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BIRMANIA E CAMBOGIA di Raffaele Banfi

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Birmania, Yangon - Shwedagon Paya

Un viaggio tra i tesori dell'Umanità

21 ottobre 2006
Sveglia e quando usciamo dalla stanza refrigerata, la giornata si presenta calda ed afosa, colazione e poi partiamo per la visita delle pagode.
Percorriamo parte della piana di Bagan ed arriviamo alla Shwezigon Paya (L331 - M131), adiacente allo stupa dorato, prototipo degli stupa di tutta la Birmania, troviamo delle costruzioni in legno del XVII sec. La pagoda risale al 1058, sui muri interni, sono presenti delle formelle con la storia della vita di Buddha. Il rivestimento originale della pagoda era di pozzolana, attualmente è disgregato rendendo visibili i mattoni della struttura. Davanti alla pagoda sono presenti delle ciotole bianche che servono per la raccolta delle offerte; questo è il secondo tempio più importante della Birmania. Vicino allo stupa un edificio rettangolare, è il tempio di transizione dal periodo animista al periodo buddista; all'interno dell'edificio sono presenti le 37 statue legate alla tradizione animista, come già visto nella pagoda di Hintha Gon Paya a Bago. Le statue di legno decorato avevano la funzione di realizzare i desideri. Adiacente al tempio c'è un padiglione ligneo intarsiato, risalente al 1880 contiene delle tavole che descrivono 10 storie di Buddha, le colonne sono decorate con vetri colorati. Poco distante un edificio contiene statue animiste e la pietra da sollevare per esaudire i desideri, simile a quella vista a Mandalay; due statue rappresentano il periodo di transizione delle religioni, il padre è animista, il figlio buddista. Proseguendo il giro della pagoda vediamo un padiglione ligneo contenente una statua di Buddha in piedi con un fiore di sicomoro, il plafone del padiglione è intagliato e decorato.
Poco distante, dal terreno affiora una tavola in arenaria dove vi è incisa la storia della pagoda, era tradizione che tutte le pagode avevano tavole simili, ma in molti casi sono state rotte o depredate. Vediamo un pozzetto posto per terra dal diametro di circa 10 cm., contenente acqua che crea il riflesso su cui è possibile osservare la punta della pagoda; la tradizione vuole che il re non potesse alzare la testa per vedere la punta della pagoda, altrimenti gli sarebbe caduta la corona e questo avrebbe portato sfortuna e disgrazie, compresa la caduta del regno. Ma il re utilizzando questo pozzetto poteva osservare la cima dello stupa, mantenendo saldamente in testa la corona.

Lasciamo la Shwezigon Paya e velocemente ci dirigiamo verso Kyan Si Tha Umin (L332), un tempio con all'interno degli affreschi che in origine era un centro di meditazione. La struttura presenta una serie di corridoi con soffitti a botte e nelle camere interne sono presenti porte in legno intarsiato; i corridoi sono affrescati con delle storie di Buddha; le camere hanno soffitti a volta incrociata. Sulle pareti vediamo affreschi raffiguranti danzatrici e mongoli (invasori del XIII sec.), la struttura è del XI sec. gli affreschi sono del XIII sec.
Attraversiamo la strada e vediamo un altro tempio, quello di Wet Kyi Inn, saliamo su una scala ed accediamo al tempio contenente affreschi raffiguranti storie di Buddha, ma a causa dei terremoti e delle infiltrazioni d'acqua, gli affreschi sono in parte irrimediabilmente rovinati; la porta affrescata è stata interamente coperta di calce.
Proseguiamo il giro dei templi e ci fermiamo a veder il tempio di Wet Kyi In Gubyaukggyi (L323 - M133), realizzato in stile indiano, con soffitti ad arco acuto. Le pareti sono divise in tre fasce di decorazioni, nella parte bassa vi sono delle formelle geometriche con disegni di Buddha posizionati all'interno ed all'esterno delle singole formelle in modo da dare continuità. La fascia centrale è costituita da una greca con disegni a forma di goccia capovolta, la fascia verso il soffitto presenta su un affresco, forme geometriche raffiguranti la vita di Buddha. Questi pannelli sono stati parzialmente asportati da un europeo e sono visibili in un museo del vecchio continente. La parte posteriore del tempio è fatta a forma di croce, il tempio è completamente affrescato e gli artisti utilizzavano fino a sei strati di calce per poter lisciare completamente la superficie e poterli decorare.
Lasciamo il tempio di Wet Kyi In Gubyaukggyi e ci rechiamo a visitare il tempio di A Loto Pye, è un tempio del primo periodo.
Ma che significa primo periodo? I templi presenti nell'area di Bagan sono stati edificati in tre periodi storici ben precisi; il primo periodo dura dal 849 al 1113, il secondo periodo dal 1114 al 1174 ed infine il terzo periodo dal 1175 al 1287. Ogni periodo ha delle proprie caratteristiche architettoniche, gli edifici del primo periodo presentano delle finestre traforate da dove penetra poca luce, i mattoni utilizzati per la realizzazione di questi templi sono di grande formato; i templi del secondo periodo sono più alti, hanno finestre grandi e sono abbelliti con disegni di fiori; il terzo periodo è caratterizzato dalla costruzione di grandi templi realizzati in stile moderno, molto più luminosi dei precedenti e decorati all'esterno con pozzolana. Questo periodo che vede la fioritura di templi edificati da regine e dai ministri.

Ritorniamo alla descrizione del tempio di A Loto Pye, chiamato ''Realizzare i desideri'', edificato nel 1090, secondo la tradizione birmana questo è il primo tempio da visitare; è un tempio solitamente tralasciato dai turisti e frequentato principalmente dai birmani. All'entrata troviamo un edificio di legno, all'interno vi sono quattro statue di Buddha, custodite in nicchie, alle pareti affreschi policromi, la volta è a volte incrociate. Le statue di Buddha sono ricoperte di pietre preziose, diamanti, rubini, zaffiri, perle e smeraldi.
Adiacente al tempio, uno stupa chiamato ''pagoda verde'', è l'unica pagoda in tutta la Birmania ad essere ricoperta di piastrelle di vetro smaltato di colore verde. Essendo uno stupa, la salita alla terrazza è concessa solo agli uomini; salgo e dalla terrazza si domina la pianura che, seppur coperta dalla foresta tropicale, appare costellata di pagode di varie forme, dimensioni e colori; uno spettacolo veramente unico, scatto qualche foto e ridiscendo. Raggiungo il gruppo che, poco distante sta salendo sulla terrazza di un tempio, dove l'acceso è permesso anche alle donne, il gruppo incantato da tanta bellezza si ferma ad ammirare e fotografare. Scendiamo dalla terrazza del tempio, usciamo dal recinto delle pagode ed in pullman ci dirigiamo presso il tempio di Htilommlo Phato (L322), il ''tempio del re e dell'ombrello''. Il nome deriva da una leggenda legata al sovrano che fece edificare il tempio; avendo quattro maschi e volendo far costruire un tempio per il figlio minore, suo prediletto, decise che il tempio fosse dedicato a chi era sorteggiato da un ombrello che cadeva, portati i figli sul luogo, l'ombrello che aveva in mano ''cadde miracolosamente'' sul figlio minore, allora fece costruire il tempio col nome del figlio, che successivamente divenne anche re.
Anche questo tempio era rivestito di pozzolana decorata, sulla facciata del tempio, nella parte dove la pozzolana è caduta, è possibile osservare il posizionamento dei mattoni che compongono la struttura. Posti su strati orizzontali, sono intervallati da uno strato verticale, questo oltre che creare un abbellimento della facciata, rafforza notevolmente la struttura, infatti, questa disposizione, ha permesso all'edificio di resistere ai vari terremoti nel corso dei secoli. Sulle pareti sono visibili dei pezzi del rivestimento originale di pozzolana con motivi a greca, a fiore, tutti finemente lavorati si alternano ricoprendo parte della parete, rendendo una vaga idea di quale fosse stata la bellezza originale.
L'edificio è costruito su due piani, le finestre ad arco acuto, permettono il passaggio di molta luce. All'interno vi sono affreschi, i cui disegni sono stati realizzati con tempera su sabbia. Sulla parete di destra, appena entrati troviamo un affresco che rappresenta un oroscopo; il tempio edificato nel 1218 conserva l'originale statua di Buddha di bronzo dorato. Il soffitto è interamente ricoperto d'affreschi con disegni floreali, le porte ed i soffitti sono ad arco acuto e manifestano una bell'armonia. Nella struttura del tempio sono presenti quattro ingressi tutti con il soffitto decorato a fiori.
Proseguiamo nel giro ed arriviamo al settimo edificio della mattinata, è il tempio di Ke Min Ga, una costruzione del XII sec.; all'interno il soffitto è ad arco acuto incrociato, le pareti sono interamente affrescate, è presente una statua di Buddha in arenaria, al piano superiore per sostenere la struttura vi sono due architrave in arenaria incrociate, ai bordi laterali delle stesse sono state costruite delle statue di Buddha, dove la testa poggia sulle travi e, sotto nello spazio tra la trave ed il pavimento, è stato realizzato il corpo della statua. Salendo sul terrazzo per vedere le statue, posso godere di un panorama a perdita d'occhio sulle pagode.
Vicino al tempio di Ke Min Ga, un tempio più piccolo contiene affreschi unici di colore verde, colore ricavato dalle foglie di the.

Saliamo sul pullman e ci dirigiamo al ristorante per il pranzo, durante il percorso transitiamo vicino ad un muraglione; è la cinta dell'antico palazzo reale, di cui vediamo l'imponente fossato ed una zona dove, gli archeologi hanno calcolato sorgesse il palazzo reale, essendo stato realizzato in legno, non rimane nessuna traccia. Dalla parte opposta della strada, lo stato birmano ha ricostruito un modello in dimensioni reali dell'antico palazzo reale utilizzando mattoni rossi, il tetto è in lamiera verde con decorazioni di ferro dorato; la struttura, seppur imponente, rispecchia molto lontanamente la bellezza dell'originale palazzo.
Pausa in un ristorante posto lungo il fiume, pranziamo all'aperto coperti da un'enorme tettoia, sotto di noi scorre placidamente il fiume Ayeyarwady. Verdure fritte, zuppa di verdura, maiale, manzo, gamberi alla griglia, verdure, melograno e papaia; terminato il pranzo rientriamo in albergo per evitare la calura delle prime ore pomeridiane di questa calda ed afosa giornata.
A metà pomeriggio riprendiamo il pullman e proseguiamo il tour dei templi. Facciamo sosta per visitare il Builthy Siem Nyet, edificato nel XII sec., il complesso realizzato in onore di due sorelle, è composto da tempio e stupa, i due edifici, seppur completamente diversi tra loro, sono stati edificati con lo stesso numero di mattoni; anche qui l'esterno era decorato con pozzolana.
Usciamo dal complesso e proseguiamo verso il Manuha Paya (L326 - M133), sul piazzale della pagoda è presente un'enorme ciotola in arenaria dorata; una volta l'anno la ciotola viene riempita di riso, che poi viene distribuito ai poveri: l'offerta serve per ricordare che la morte può sempre, improvvisamente, arrivare.
Il complesso contiene un edificio, dove sono presenti due statue, che ricordano un re e la moglie catturati durante una guerra, volutamente non uccisi, furono fatti prigionieri e segregati in questo luogo. Il re per manifestare la sofferenza che provava ad essere prigioniero, anche se era in una prigione dorata, ma pur sempre di prigione si trattava, decise di far edificare un tempio contenete delle enormi statue di Buddha, proprio per manifestare la sofferenza da lui provata durante la prigionia. Il tempio dall'altezza massima interna che non supera i 25 metri, contiene delle statue; la maggiore è alta 16 mt, ai lati altre due statue alte 11 mt.: opposta all'entrata, un'altra statua di Buddha sdraiato, lunga 27 mt.
A pochi metri di distanza visitiamo il Man Paya (L327), una costruzione realizzata interamente in arenaria, si dice che questa sia stata la prigione del re di cui sopra. L'edificio è uno dei quattro templi fondamentali di Bagan; realizzato dall'etnia Mon nel primo periodo quando l'induismo era ancora molto presente. Il tempio presenta delle finestre traforate che permettono il passaggio di poca aria e luce; all'interno le pareti sono di arenaria scolpita, nelle pareti sono presenti delle nicchie e dei ganci che fungevano da sostegno per le lampade dell'illuminazione.

Lasciamo questo complesso e ci dirigiamo verso Shwe Gugyi (L 319), è un tempio con una posizione particolare, da ogni finestra dell'edificio, si vede un pagoda; è unico nel suo genere. All'interno presenta il soffitto a botte, sull'altare è presente una statua dorata di Buddha, le finestre sono ad arco acuto.
Poco dopo visitiamo il tempio di Than Dan Gya, ''sbadiglio del re'', edificato nel 1284, all'interno vediamo una statua di Buddha realizzata con mattoni di origine lavica, la statua è incompiuta. Anche qui il rivestimento era di pozzolana decorata. Usciamo dal tempio ed incontriamo un serpentello di colore verde, chiaramente ci allontaniamo lasciando il rettile a riposare.
Proseguiamo il giro ed arriviamo al Lokahteik, un tempio del XII sec. l'interno è completamente affrescato, il soffitto è a volte incrociate, è presente un altare con sopra una statua dorata di Buddha.
Usciamo che è pomeriggio inoltrato, ci apprestiamo a raggiungere il 14° ed ultimo tempio della giornata, la stanchezza comincia a farsi sentire, arriviamo presso la Shwesandaw Paya (L324 - M131), quando il tramonto sta per iniziare, saliamo i ripidi gradini che portano alle terrazze e mentre saliamo guardiamo il panorama. Qualcuno del gruppo si ferma, io proseguo e salgo tutte e cinque le terrazze, girando sulla terrazza più alta osservo le centinaia di pagode che si vedono ovunque a perdita d'occhio. Il sole sta tramontando dietro le nuvole, le pagode si perdono tra le palme, il bianco, l'oro, il marrone delle pagode pian piano sbiadisce lasciando spazio alla notte che sta calando. Scendiamo dalle terrazze del tempio, saliamo sul pullman e rientriamo in albergo, sistemo gli appunti presi durante la giornata, i riferimenti da cercare sono proprio numerosi, doccia e poi si riparte per la cena con spettacolo di marionette in un ristorante birmano.
Lungo la strada per il ristorante attraversiamo la piana con i templi che abbiamo visto nella giornata, qualche stupa dorato è illuminato e l'oro luccica nel buio della sera, lo spettacolo è veramente affascinate e sublime.
Arriviamo al ristorante, ceniamo all'aperto in un cortile, su un lato dello stesso c'è uno spazio dedicato all'orchestra ed il palco per lo spettacolo delle marionette. Inizia lo spettacolo, articolato in più scene monografiche; raccontando varie storie, scorrono 28 soggetti, oltre un giullare. Tutto lo spettacolo è accompagnato da musica e canti. La piacevole rappresentazione perdura quasi tutta la cena. E' uno spettacolo fatto più per i turisti che per i birmani che ''trascurano'' qualsiasi forma di spettacolo tradizionale. Durante la cena ci servono sfoglie di riso fritte, zuppa di lenticchie, verza con limone, gamberi secchi conditi con peperoncino (un piatto tradizionale birmano, molto piccante), verdure cotte, pesce, maiale; la cucina è veramente gustosa. Verso la fine della cena arriva un piatto ... Grana Padano !!! Mariella, lo ha portato dall'Italia, lo condivide con tutti, è una sorpresa per tutto il gruppo. Per terminare la cena arrivano delle banane flambé ed un buon caffè. Tutta la cena è accompagnata da riso bianco condito con succo di cocco, è un ottimo abbinamento per tutti i piatti.
Alla fine della cena rientriamo in albergo, il cielo appare sereno e stellato ma in lontananza si vedono dei lampi che rischiarano la notte; chissà come sarà la giornata domani?

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Dati del viaggio

Un viaggio tra i tesori dell'Umanità

Periodo: ottobre 2006

Destinazione: Birmania e Cambogia

Passaporto turistico

Raffaele Banfi

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