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BUDAPEST di Mattia Scarpellino

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L'archittettura nazionalista a Budapest

Atterriamo a Budapest il 10/10 per un viaggio-studio con studenti del Politecnico di Torino-Facoltà di architettura con l'obiettivo di un sopralluogo finalizzato al programma: ''Atelier, composizione e storia del progetto''. Il viaggio comprende un tour della capitale ungherese analizzandone la storia, ma soprattutto l'architettura di artisti in ombra da vicende socio-politiche.

Come le principali guide turistiche spiegano, Budapest è l'unione di Obuda-Pest-Buda, tre cittadine un tempo autonome ma dal 1873 unite sotto uno stesso nome, appunto Budapest. La storia della città è assai travagliata e ciò che connota l'architettura del luogo è la ricerca continua di una forte identità, la quale risulta notevolmente diversa da quella degli stati confinanti. Infatti, come la leggenda riporta le origini degli ungheresi vanno ricercate addirittura in oriente, in quanto fu proprio da lì che i fondatori partirono per poi stabilirsi nell' area ungherese. Inoltre, eventi quali l'invasione turca durata cent'anni e la dipendenza da Vienna, negli anni dell'impero, fecero crescere un sentimento nazionalista denunciato nelle opere dei principali architetti.

Tra i maggiori esponenti sicuramente Lechner, il padre dello stile architettonico ungherese, fortemente legato al suo paese d'origine, progettò nel centro città l'edificio della ''FABBRICA THONET(1888)'', un esempio di architettura nazionalista a tutti gli effetti. Infatti, la facciata riprende i motivi dei tappeti orientali per denunciare le origini del suo popolo; il materiale è ceramica lavabile, ripresa poi qualche anno dopo da Otto Wagner nella Majolica House. Ancor più d'effetto è il ''MUSEO DELLE ARTI APPLICATE'', con un ingresso indiano e il motto ''vai in oriente!''; l'interno è completamente bianco con archi in stile orientale. Il museo venne inaugurato nel 1896 in occasione del Millenario dall'arrivo degli ungheresi nella propria terra, evento che portò anche alla nascita della metropolitana, del grande corso, di teatri, padiglioni ecc. Lo spazio che però meglio identifica lo spirito nazionale, nonché il monumento simbolo del Millenario, è la Piazza degli Eroi: un ampio spazio aperto con raffigurate statue mitologiche (Arcangelo), statue simboliche, fino ad arrivare a tutte le statue degli Eroi che fecero dell'Ungheria la nazione che è oggi. Il tutto modificò il volto della città e fu l'occasione per lo Stato di mostrarsi al mondo in tutta la sua autonomia.

Questo stile nazionale di alta qualità, ma scarsamente messo in luce per molti anni, dona alla città un tocco magico, introvabile in qualsiasi altro posto al mondo; dunque oggi è lecito considerarsi fortunati nel poter ammirare opere di questo genere, a cui si affianca la nota città storica di Buda e il celeberrimo Palazzo del Parlamento. Quest' ultimo, turisticamente molto apprezzato, disegna il lungo Danubio con pieni e vuoti, anche se analizzandolo attentamente, nello stile si nota una evidente familiarità con il Parlamento inglese, dunque nulla di innovativo, un apprezzabile neogotico, sicuramente d'impatto, che garantisce foto da cartolina. Questo per sottolineare che Budapest è ancora tutta da scoprire e forse il lato migliore è quello meno noto, nascosto e non presente nelle guide turistiche.

Dopo cinque giorni in visita nella città è tempo di tornare a casa, con uno splendido ricordo e con la consapevolezza che: ''Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina'' (Sant'Agostino).
 
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Dati del viaggio

L'archittettura nazionalista a Budapest

Periodo: 10/15 ottobre 2013

Destinazione: Budapest

Partecipanti: Mattia Scarpellino, Davide Sarzotti

Passaporto turistico

Mattia Scarpellino

Professione:
Studente

contatto email:

 
 
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