(USA) Stati Uniti d'America: Da New York a Chicago, alla scoperta di Wright, di Mies e delle nuove archistar

Da New York a Chicago, alla scoperta di Wright, di Mies e delle nuove archistar

Se è vero che a Manhattan si trovano tutti i luoghi più celebri di New York - Times Square, Central Park, l'Empire State Building - ragion per cui molti tendono a identificare la Grande Mela con Manhattan medesimo, è altrettanto vero che New York è formata da ben 5 distretti Brooklyn, Queens, Staten Island e Bronx, oltre a Manhattan ovviamente. Anche per noi però ''Manhattan è New York''.


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artiamo alla volta degli Stati Uniti orientali, ma soprattutto alla scoperta della Grande Mela e di Chicago. Siamo in pieno clima elettorale ed infatti la campagna per le presidenziali ci ha accompagnato per tutto il nostro viaggio: Obama o Mc Caine? Vincerà "il nuovo", ovvero Barack Obama, il primo candidato di colore alla Casa Bianca (ormai già ricco con tutti i libri e le pubblicazioni uscite sul suo conto) oppure il più conservatore ed ex eroe del Vietnam John Mc Caine, capace anche lui di stupire con il ciclone Palin?

Ma non è la politica americana a spingerci a visitare questo paese, semmai ancora una volta sono le architetture a scandire il nostro itinerario, da New York a Chicago, dalla first alla second city, alla scoperta di Wright, di Mies Van Der Rohe, dell'International Style, dell'Art Déco, della scuola di Chicago fino ad arrivare alle più recenti realizzazioni delle "archistar" contemporanee Ghery, Koolhaas, Foster, Piano, Arquitectonica e molti altri ancora.

E' sempre stato un mio sogno visitare New York e finalmente ci siamo concessi ben dieci giorni di soggiorno nella Grande Mela, in un hotel nei pressi di Central Park, per coronare quello che è sempre stato invece un sogno di Francesco: andare a correre tutte le mattine a Central Park! Per l'occasione Francesco si è pure comprato la maglietta dei New York Giants, maglietta che sfoggiava fiero ogni mattina durante il footing nel parco. Io invece, che non faccio mai jogging, ho scoperto il piacere di andare a correre in uno dei più bei parchi mai realizzati in tutto il mondo e così vissuto dagli stessi newyorkesi che fin dall'alba si recano qui per correre, andare in bicicletta, pattinare, o semplicemente fare due passi con il proprio cane e magari bersi un caffè in questa vera e propria oasi urbana. E tra una corsetta e l'altra ho approfittato per conoscere quanto più possibile questo meraviglioso parco, scoprire i numerosi skyline dei grattacieli circostanti che si riflettono negli specchi d'acqua, i sentieri che si snodano sinuosi tra gli alberi, i verdi prati, i percorsi così ben organizzati, il meraviglioso contrasto tra natura e metropoli contemporanea, tra vuoto e pieno, tra quiete e caos urbano.

scheda del viaggio

Anno: 2008
Durata: 26 gg
Periodo: agosto/settembre

Tappe

  • New York - Manhattan
  • Upper East Side
  • Guggenheim Museum
  • MET
  • Whitney Museum
  • Upper West Side
  • Central Park
  • America Museum of Natural History
  • Lincoln Center
  • Midtown
  • Moma
  • 5th Avenue
  • Seagram Building
  • AT&T Building
  • Grand Central Station
  • Chrysler Building
  • Empire State Building
  • Rockefeller Center e il Top of the Rock
  • Times Square
  • Theater District
  • Flat Iron Building
  • Distretto di Chelsea
  • Greenwich e East Village
  • Distretto di Soho
  • Museo di Arte Contemporanea
  • Chinatown
  • Brooklyn Bridge
  • Statua della Libertà
  • Wall Street e Financial District
  • FALLINGWATER IN PENNSYLVANIA
  • CASCATE DEL NIAGARA
  • AMISH COUNTRY (OHIO)
  • CHICAGO
  • Jazz Festival
  • Millennium Park
  • Architecture River Cruise
  • Auditorium
  • The Loop
  • Michigan Avenue
  • Tribune Tower
  • Art Institute
  • Museum Contemporary Art
  • Museum Campus
  • Soldier Field
  • Sears Tower
  • John Hancock Center
  • Lincoln Park
  • Near North e Gold Coast
  • Robie House
  • IIT
  • Oak Park
  • Casa-studio Wright
  • Unity Temple
  • Case della Prateria
  • Plano
  • Casa Farnsworth
Certo che l'hotel nei pressi di Central Park ha inciso non poco sulla spesa complessiva del viaggio ma in fin dei conti ci siamo detti che dopo tanti anni che avevamo in mente di visitare New York, volevamo starci come si deve. La scelta dell'hotel - prenotato tramite EXPEDIA che offriva degli sconti rispetto alle tariffe ufficiali - è ricaduta sull'hotel On The Ave, nell'Upper West Side, uno dei migliori boutique hotel di Uptown, precisamente sulla West 77th St.

Che cosa abbiamo visto a New York? Di tutto, musei e gallerie d'arte (immancabili il MOMA, il Guggenheim, il MET, il Whitney Museum of American Art, il nuovo Museo di Arte Contemporanea dei SANAA), il famoso distretto di Soho, così noto per lo shopping, Central Park, la Fith Avenue, la vista mozzafiato dal Top of The Rock (l'osservatorio del Rockefeller Center da cui si domina il grande vuoto di Central Park con i sontuosi palazzi che vi si affacciano), gli edifici Art Déco del Novecento tra cui il famoso Empire State Building - il grattacielo più amato da King Kong - e l'elegante Chrysler Building con i suoi fregi che riproducono i tappi dei radiatori delle vetture Chrysler, insomma una carrellata di edifici che abbraccia tutta la storia dell'architettura del secolo scorso fino ai grandi maestri moderni: Le Corbusier con il Palazzo dell'ONU, Mies van der Rohe con il Seagram Building, i SOM con la Lever House, Philip Johnson con AT&T Building e molti altri. E tutte le volte che ci siamo stancati dei musei e delle architetture non c'è stato problema perché tra shopping e locali a New York c'è da sbizzarrirsi.

E tutto ciò nella sola Manhattan, il più famoso dei cinque distretti che formano la città. Già, perché se è vero che a Manhattan si trovano tutti i luoghi più celebri di New York - Times Square, Central Park, l'Empire State Building appunto - ragion per cui molti tendono a identificare la Grande Mela con Manhattan medesimo, è altrettanto vero che New York è formata da ben 5 distretti Brooklyn, Queens, Staten Island e Bronx, oltre a Manhattan ovviamente.

Anche per noi però ''Manhattan è New York'', ed è per questo che la nostra visita si è concentrata qui, del resto la sola Manhattan è immensa e dieci giorni a mio avviso sono il minimo necessario per cominciare a vivere la città. C'è Soho, il famoso quartiere dello shopping frequentatissimo al sabato pomeriggio e così "charmoso" con i suoi loft ristrutturati; c'è Chelsea, il quartiere delle gallerie d'arte, uno dei cuori pulsanti della vita gay, con numerosi lounge bar; c'è l'East Village, con numerosi locali notturni e ristorantini che propongono ogni tipo di cucina, anche a prezzi molto accessibili, molto frequentato dagli studenti, dai "radical" ed un tempo famoso per i punk; l'Upper West Side, antagonista dell'Upper East Side, ubicati ai lati opposti del grande "vuoto" di Central Park che come un oceano divide i due quartieri non solo fisicamente ma anche culturalmente e come stile di vita; c'è Harlem, il quartiere "nero", cuore del jazz, che si sta trasformando in un quartiere signorile e l'immancabile Chinatown, dove si può pranzare gustandosi un economico piatto di noodles ed infine il Financial District in Lower Manhattan, cuore del capitalismo americano ormai tristemente noto a seguito dell'11 settembre. Ma a parte il vuoto lasciato dalle torri gemelle e il cantiere della ricostruzione che tra mille polemiche tarda a decollare, si ha l'impressione che gli americani siano più spaventati per la recente crisi economica che per nuovi attentati terroristici e sembra ormai certo che il nuovo Presidente degli USA sarà colui che saprà rassicurare l'America in fatto di economia. Proprio in questi giorni, mentre sto scrivendo il diario, Bush ha parlato di recessione e tutti sono preoccupati per il recente fallimento dei colossi bancari americani con in testa Lehman Brothers.

I dieci giorni e undici notti trascorsi nella Grande Mela sono "volati" e sinceramente, con il senno di poi, forse avremmo potuto stare qualche giorno in più in questa metropoli rinunciando magari alle Cascate del Niagara e a qualche percorso intermedio, oppure chissà, forse meglio così, in questo modo avremo il pretesto per ritornare nella Grande Mela... fosse solo per un pò di shopping!

Ma noi dovevamo comunque ripartire perché il 24 agosto avevamo prenotato la visita alla famosa Fallingwater in Pennsylvania, capolavoro di Frank Lloyd Wright, per me altro sogno coronato. Così abbiamo affittato un'auto, caso ha voluto che proprio sotto l'hotel On The Ave ci fosse un'agenzia e garage Hertz, così ancora una volta bando al risparmio e scegliamo la comodità. La scelta è stata praticamente obbligata perché la Fallingwater a Mill Run (nei pressi di Pittsburg) è raggiungibile solo in auto, ma poi ci siamo lasciati prendere la mano e abbiamo noleggiato l'auto dal 23 al 29 agosto.

Così sabato 23 agosto abbiamo lasciato New York e siamo partiti per Mill Run, in Pennsylvania. Abbiamo impiegato circa sei ore per raggiungere la Fallingwater. Siamo arrivati in zona ed abbiamo cercato una sistemazione per la notte e l'indomani alle 8,30 abbiamo visitato la Casa sulla Cascata, massima espressione del concetto di "architettura organica".

Subito dopo la visita siamo ripartiti, verso nord, per raggiungere le Cascate del Niagara, al confine con il Canada. Abbiamo pernottato in un motel situato in un paesino lungo il tragitto e ci siamo fatti l'idea che l'America fuori dalla grandi città è una noia mortale. Sicuramente gli Stati Uniti Orientali sono molto verdi e pieni di foreste ma i piccoli paesi ci appaiono tutti un po' uguali con le loro casette prefabbricate su cui è appesa la bandiera americana. La sensazione è quella di un paese conservatore e patriottico con uno stile di vita anche piuttosto noioso, pochi giovani, pochi locali, poca gente e nei paesetti alle otto di sera è già tutto chiuso e non si vede anima in giro.

L'indomani ci alziamo con calma e raggiungiamo le Cascate del Niagara che visitiamo già praticamente nel pomeriggio. Per noi le cascate sono state deludenti, certo di per se molto belle e di grande potenza, ma tutto intorno c'è una specie di Disneyland che ha rovinato la magia di questo meraviglioso spettacolo naturale. Tra casinò, grandi hotel, ristoranti e sale giochi non saprei davvero cosa eliminare per prima! Tutto davvero troppo turistico e come dicevo, agli appassionati di New York non consiglierei di perdersi neppure un giorno della Grande Mela per visitare un luogo così malamente e abbondantemente sfruttato. Ovviamente si tratta di scelte personali e dipende dai propri interessi.

Ma passiamo oltre. La mattina successiva ci imbarchiamo nel Maid of the Mist per visitare le cascate con la barca e concedersi una rigenerante "doccia di vapor acqueo" e subito dopo riprendiamo l'auto per dirigerci verso l'Ohio e far tappa nelle campagne popolate dagli amish, le famose comunità che resistono all'ingerenza di qualsiasi (o quasi) modernità e tecnologia nel loro stile di vita. Muoversi tra le contee di Wyane e Holmes ubicate tra Cleveland e Columbus significa senz'altro fare un salto indietro nel tempo con numerosi amish a bordo di carretti a cavallo. In queste campagne abbiamo trovato a nostro avviso il miglior ristorante provato in tutto il viaggio il Boyd & Wurthman Restaurant a Berlin e sempre a Berlin un ottimo bed and breakfast con un eccellente rapporto qualità prezzo The Lamplight Inn (o quantomeno con prezzo trattabile a differenza dei patinati hotel), curatissimo nei dettagli, arredato con molto gusto e con ampi spazi.

Ripartiamo in direzione di Chicago e arriviamo nella second city verso le otto di sera. Arrivando in macchina attraversiamo i sobborghi a sud della città e immediatamente capiamo che si tratta di quartieri degradati abitati da popolazioni nere e povere e probabilmente pericolosi, fatto questo che poi ci è stato confermato anche dalla popolazione locale.

A Chicago alloggiamo all'interno del Loop (il centro della città caratterizzato da un'architettura di grattacieli e ben delimitato dal nodo dei treni della Chicago Transit Authority) in un bel boutique hotel recentemente ristrutturato, l'hotel Allegro in West Randolph Street. Anche in questo caso abbiamo prenotato tramite EXPEDIA usufruendo ancora una volta delle condizioni particolarmente vantaggiose offerte da questo operatore online. Chicago si affaccia sul lago Michigan e vanta 18 miglia di spiaggia e percorsi ciclabili e pedonali lungolago. La città ha voluto dimenticare il suo passato legato alla storia del proibizionismo, dei gangster e di Al Capone: ovunque si leggono segni di rinnovamento ed anche l'architettura e il recente Millennium Park spingono verso una nuova immagine della città. Il nuovo simbolo della città è la scultura soprannominata The Bean per la sua caratteristica forma a fagiolo, ovvero la scultura di Anish Kapoor del peso di 110 tonnellate su cui si riflette il profilo della città e dove tutti amano farsi fotografare, ma altrettanto capace di incuriosire è la fontana di Jaume Plensa - sempre all'interno del Millennium Park - formata da due grandi blocchi di cristallo alti 15 metri su cui sono proiettate immagini video, ovvero volti di persone di ogni razza che sputano acqua. Davvero divertente! I bambini non finirebbero mai di giocare sotto la fontana ed osservare il momento, attesissimo, in cui "la faccina" di turno sputa acqua dalla sua bocca.

Siamo arrivati a Chicago il 29 agosto in pieno jazz festival. Già perché ogni anno, nel fine settimana intorno al Labor Day, Chicago si anima con i suoi numerosi spettacoli gratuiti di jazz organizzati all'interno di Grant Park e Millennium Park. Partecipano grandi nomi del jazz e vengono presentati vari tipi di concerti: Free jazz, Jazz fusion, Smooth jazz, Swing, Jazz sperimentale e molti altri ancora. Quest'anno tra i "pezzi grossi" del jazz era presente anche Ornett Coleman che con il suo sax ha accompagnato la serata di chiusura del festival più longevo di Chicago.

Deludenti invece alcuni locali, indicati anche dalla guida, con serate di blues; noi abbiamo provato il Kingston Mines nei pressi di Lincoln Park ma ci è sembrato una trappola per turisti, è senz'altro meglio dirigersi verso Near North o Gold Coast per trovare, se non blues, almeno un po' di vita notturna e qualche localino in cui trascorrere la serata senza la pretesa di rivivere i magici tempi dei Blues Brothers.

Chicago è un'ottima base per approfondire la conoscenza di Wright e di Mies van der Rohe. Del primo famoso architetto americano abbiamo visitato la Robie House (in restauro), nei pressi di Hyde Park, la Casa-studio e l'Unity Temple a Oak Park e, solo dall'esterno perché di proprietà privata, le numerose Case della Prateria ubicate anch'esse a Oak Park. Di Mies van der Rohe, l'architetto tedesco che si è trasferito definitivamente negli Stati Uniti nel 1938, abbiamo visitato i Promontory Apartament, sulla riva del lago Michigan e l'IIT, il famoso campus universitario frutto di un impegno ventennale che ha rappresentato per Mies l'occasione di una paziente sperimentazione dell'edificio a telaio in acciaio culminata nel 1955 nella realizzazione della Crown Hall. Qui, all'interno del campus, abbiamo visitato anche il McCormick Tribune Campus Center di Rem Koolhaas - OMA, splendido spazio contemporaneo polifunzionale caratterizzato dall'essere attraversato dalla metropolitana sopraelevata che viene letteralmente "intubata" al di sopra dell'edificio.

Il penultimo giorno abbiamo nuovamente noleggiato un'auto per raggiungere, a circa 50 km a ovest di Chicago, una sorta di abitazione-manifesto di Mies, ovvero la Casa Farnsworth in Plano frutto di un contenzioso tra l'architetto e la committente, Edith Farnsworth, per l'eccessivo costo finale dell'abitazione e lo scarso comfort abitativo. E' e rimane comunque una casa manifesto.

Non dimentichiamo poi che Chicago è famosa per le realizzazioni di fine ottocento, primi del '900 che portano la firma di architetti quali Sullivan, Holabird & Root, Burnham e molti altri esponenti della nota scuola di Chicago che hanno lavorato freneticamente per la ricostruzione della città a seguito del grande incendio che nell'ottobre del 1871 distrusse l'intero centro cittadino. Il primo grattacielo fece la sua comparsa proprio qui, a Chicago, nel 1885; era l'Home Insurance Building, poi demolito nel 1931 per costruire una banca. Si trattava della prima struttura di 10 piani provvista di uno scheletro realizzato interamente in ferro e in acciaio progettata dall'ingegner William Le Baron Jenney.

Da non perdere a Chicago è inoltre una delle escursioni fluviali organizzate dalla Chicago Architecture Foundation ed in particolar modo l'Architecture River Cruise, ovvero il bel giro a bordo della imbarcazione Chicago's First Ladies che in circa 1 ora e mezzo di navigazione sul fiume, vi consentirà di esplorare le numerose architetture e i grattacieli di questa città, dal complesso di Marina City fino alle Sears Tower dei SOM, il grattacielo più alto del mondo fino al 1996 (anno in cui è stato superato di pochi metri dalle Petronas Towers di Kuala Lumpur, in Malesia). Ai SOM si deve anche l'altro famoso grattacielo con osservatorio, il John Hancock Center alla fine del Magnificent Mile dal cui ristorante e lounge bar si osserva una ampia vista sul lago e più a nord verso Lincoln Park. Un giro a scelta in uno dei musei l'Art Institute in Michigan Avenue oppure il Museum of Contemporary Art (220 E Chicago Av) che quest'estate ospitava una bella retrospettiva di Jeff Koons, l'artista statunitense famoso per opere di grandi dimensioni che si ispirano allo stile kitsch e per molte opere con scene di sesso ispirate dalla ex moglie Ilona Staller (nota anche come Cicciolina) spesso con lui come coprotagonista.

Vi consiglio inoltre di concedervi un giro in bicicletta oppure in barca sul lungolago o semplicemente la vista sul magnifico profilo della città che si può ammirare dal Museum Campus, il tratto di lungolago a sud di Grant Park in cui si trovano lo Shedd Aquarium, l'Adler Planetarium e il Field Museum, adiacente al Soldier Field.

L'ultimo giorno l'abbiamo trascorso a fare shopping, impoverendo ulteriormente le nostre già provate finanze. Abbiamo fatto acquisti da Macy's in State Street che proprio in quel fine settimana proponeva vertiginosi sconti di fine stagione: come poter resistere! Siamo tornati in fretta e furia all'hotel riponendo i nuovi vestiti nel nuovo trolley e poi stracarichi di bagagli come non mai non abbiamo potuto far altro che prendere un taxi - con conducente pakistano - per andare all'aeroporto.

Una cosa davvero non ci mancherà e la lasciamo volentieri agli americani: la famosa pizza di Chicago che abbiamo mangiato da Giordano's, una sorta di torta salata, molto alta che credeteci...potete anche perdere!
 
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