Powered by Amee

BIRMANIA E CAMBOGIA di Raffaele Banfi

Foto 1 di 20

Birmania, Yangon - Shwedagon Paya

Un viaggio tra i tesori dell'Umanità

20 ottobre 2006
Alla mattina, il pullman che il giorno precedente aveva l'aria condizionata rotta è stato sostituito con un altro perché dovendo fare molta strada avremmo dovuto viaggiare con i finestrini aperti. In effetti troviamo un altro pullman, ma ........ è quello che abbiamo cambiato due giorni prima ed anche questo aveva l'aria condizionata non funzionante!!!! Diciamo un ''ritorno al passato''.
Colazione e partiamo per Pakkoku, uscendo dalla città di Monywa noto delle palafitte di bambù ed altre di teak, lungo la strada vi sono delle segherie, dove, su concessione governativa, lavorano il legno di teak. La strada è contornata da piante di acacia con fiori rossi e gialli: l'accostamento è molto gradevole.
La strada che unisce le due città è stata costruita nel 1992, presenta innumerevoli buche e per lunghi tratti risulta non asfaltata. Per la manutenzione la strada viene suddivisa in tratti e l'esecuzione lavori viene appaltata a dei gruppi familiari. In quest'attività tutto il nucleo familiare lavora, gli uomini prendono i sassi dalle cave e a mano, li rompono fino a ridurli piccoli granelli che vengono messi nelle buche. Le donne, i ragazzi ed a volte si vedono anche dei bambini, sono parte attiva del lavoro; trasportano sassi dalle cave verso la strada oppure depositano i sassolini all'interno delle buche che poi ricoperte d'asfalto viene battuto con dei pesi. Il lavoro non è eseguito a ''regola d'arte'' in modo che la manutenzione sia continua e di conseguenza l'appalto del lavoro sia ''garantito'' nel tempo.
Dopo due ore di viaggio, ci fermiamo nel villaggio di Mau, costruito interamente con bambù e palme nel 1997, dopo che un incendio lo aveva completamente distrutto. Appena scesi dal pullman, vediamo delle donne impegnate nella fabbricazione artigianale delle stecche per gli incensi che realizzano con l'ausilio di una macchina impastatrice; pongono una stecca di bambù e chiudendo la macchinetta, permettono a queste stecche di passare in un impasto grigio che li avvolge. La lavorazione avviene singolarmente per ogni stecca e le stesse, successivamente, sono adagiate per terra sostenute da un legno per l'essiccazione dell'impasto. Le bacchette d'incenso prevedono un secondo rivestimento che è fatto altrove, varie essenze conferiranno il profumo voluto dalla combustione della bacchetta. Mentre le donne sono intente nella lavorazione delle stecche per l'incenso, degli artigiani lavorano le foglie di palma creando suppellettili ed oggetti per la casa.

Vicino al villaggio vediamo delle pagode del XII sec. e sparse nella foresta, i resti di altre pagode, la guida ''c'invita'' a non addentrarci nell'alta erba presente onde evitare l'incontro, poco piacevole, con qualche strisciante rettile. Proseguiamo per le pagode, qualcuna è bianca, qualcuna è in stato d'abbandono, dopo un breve percorso arriviamo in una radura dove sorgono delle scuole. Sosò regala ai bambini della prima elementare dei quaderni e delle matite; i bambini, contentissimi, ringraziano per la donazione.
Poco distante in un'altra scuola vedo dei ragazzi/e impegnati nell'ora di educazione fisica, gli esercizi fisici appaiono come una ginnastica ''di regime'' e ricordano i vecchi filmati dell'istituto Luce, del periodo antecedente la seconda guerra mondiale.
Ritornando verso il pullman, mentre attraversiamo il villaggio vediamo prima dei campi coltivati a sesamo, con le piante dai fiori gialli; poi un gruppo di donne recarsi presso il tempio, è il settimo giorno dopo la luna piena e per il calendario buddista è un giorno sacro.
Mentre riprendiamo la strada parzialmente asfaltata dirigendoci verso Pakkoku, Sosò continua la descrizione delle tradizioni birmane; i regali offerti dagli stranieri ai ragazzi sono tenuti come souvenir. Anche le penne e la cancelleria varia, non è utilizzata. In Birmania penne e cancelleria, reperibile a basso prezzo arriva dalla vicina Cina, ma la qualità non è elevata.
Transitando vicino a piantagioni di palma, ce ne descrive l'uso delle sue parti. Alla palma servono 15 anni per produrre le noci di cocco; le piante sono maschi e femmine, le femmine producono le noci di cocco ed i maschi producono dei baccelli, i contadini utilizzando delle scale fatte di bambù legate al tronco, salgono in cima alla pianta ed incidendo i baccelli, appongono dei recipienti per la raccolta del liquido in essi contenuto. Questo liquido viene fatto fermentare e produce una bevanda chiamata Toddy (L72), simile ad una birra leggera.
Della palma si utilizza tutto, le foglie servono per la realizzazione dei tetti delle abitazioni, delle pareti laterali e delle stuoie; il tronco viene usato per fare i pali dove edificare le abitazioni; le radici, raccolte, vengono pulite ed una volta bollite sono commestibili.
Sosò racconta che la tradizione individua l'esistenza di cinque nemici della popolazione: l'alluvione, l'incendio, il rifiuto di una persona che non mi vuole, il Governatore o il Re, ed infine il ladro.
Arriviamo a Pakkoku (L298 - M134), rispetto al programma iniziale saltiamo la visita alle rovine del Monastero di Pakhangyi, e ci fermiamo al mercato cittadino che è parzialmente chiuso perché oggi è un giorno di festa per i buddisti. Visto che vi sono delle bancarelle e dei negozi aperti, facciamo un giro in cerca dei tessuti caratteristici del luogo in quanto questa è la zona di produzione dei tessuti birmani.
Girando per il mercato troviamo un bel negozio di tessuti ed entriamo a veder quello che c'è, all'interno vedo anche delle ciotole nere, sono quelle che i monaci usano per chiedere l'elemosina. M'informo e comprendo che le ciotole posso essere realizzate con tre materiali differenti, le tradizionali sono in terracotta smaltata o in bambù laccato, quelle più moderne e meno belle sono fatte di ferro smaltato.

Pakkoku è una città famosa per le piantagioni di tabacco e per la sua lavorazione; di proprietà dello stato sono le fabbriche di sigarette, mentre i sigari sono prodotti da artigiani locali. Anche le tessiture di cotone sono note e diffuse in città, qui sono presenti le fabbriche di abiti per tutti i vari ministeri della Birmania; ognuno con un proprio stile.
Ci fermiamo in città per la sosta per il pranzo; gamberi fritti, zuppa di verdura e pesce, pollo, patatine fritte (abbondanti dietro precise indicazioni di Sosò che ha notato come nei giorni precedenti le mangiavamo di gusto), banane.
Ripartiamo col pullman e ci dirigiamo presso un villaggio di capanne che sorge in riva al fiume, siamo circondati da bambini e di venditrici di tessuti; trasbordano le nostre valigie su barche, saliamo e partiamo verso Bagan.
Durante la navigazione sulle calme acque del fiume Ayeyarwady, vedo delle chiatte e delle barche cariche di mercanzia, qualcuna carica di sacchetti di riso e qualcuna carica di fusti metallici voti (comprendo che sono vuoti in quanto la linea di galleggiamento della barca è alta). Questo fiume ha la caratteristica di non avere la corrente due volte al giorno, ed in effetti navigare sulle ferme acque di un fiume è molto inusuale. La navigazione procede con calma, solo il rumore del motore diesel rompe il silenzio del fiume; ad un certo punto, improvvisamente compaiono delle onde, la corrente ha ripreso a muovere le ferme acque. Lungo il fiume le sponde sabbiose sono molto alte, segno dell'erosione prodotta dal fiume, solo in prossimità d'affluenti, le alte sponde degradano per poi risalire. Sopra le sponde, oltre all'erba che si affaccia sul fiume, delle capanne sparse indicano che vi sono delle zone coltivate. Ad un certo punto inizia la foresta, si procede costeggiandola, quando ad un tratto dal verde delle piante spuntano improvvisamente delle pagode marroni ed una, molto imponente, dorata. La navigazione prosegue in un susseguirsi di pinnacoli che stagliandosi verso il cielo, si perdono a vista d'occhio. La vista spazia dal marrone del fiume, e si perde nell'azzurro cielo illuminato da un sole caldo, sulla sponda il verde della foresta è frammentato dai colori e dalle forme di centinaia di pagode, una visione che lascia meravigliati da tanta bellezza.
Attracchiamo a Bagan (L282 - M125) dopo aver navigato per parecchi km sul fiume, attorno a noi vi sono dei battelli da crociera, il verde della foresta e le pagode. Essendo la composizione del terreno sabbiosa non ha mai permesso di coltivare riso, quindi storicamente quest'area è stata dedicata all'edificazione di pagode. Oggi, intorno all'area archeologica di 42 km quadrati, si estendono campi coltivati ad arachidi, mais e fagioli.

A Bagan, originariamente c'erano 4.400 pagode, poi con l'abbandono, i terremoti e l'azione del tempo molte sono crollate. Attualmente sono presenti 2.230 pagode tra originali e restaurate. Nel 1975 un terremoto ha fatto cadere le guglie sommitali di tutte le pagode esistenti ed è iniziata un'imponente opera di restauro finanziata dall'Unesco, opera che attualmente è sospesa per alcune tensioni tra l'organizzazione internazionale ed il governo birmano. Nell'area vi sono tre tipologie di pagode, le originali, quelle restaurate e quelle rifatte. Lungo la strada verso la città di Bagan noto la costruzione di una pagoda.
Il sole sta per tramontare e lo spettacolo è unico; dalla foresta emergono decine di pagode, il sole illumina le loro punte marroni, bianche o dorate che si stagliano verso il cielo azzurro, è un bel preludio per la giornata di domani.
Arriviamo all'albergo, entriamo nella hall e restiamo incantati, è tutta rivestita di lacca, colonne, pareti, soffitto, tutto rivestito con lacca finemente decorata. Sembra voler dire ''benvenuto nel regno della lavorazione della lacca''.
Nel tempo libero prima di cena, qualche componente del gruppo esce dall'albergo per fare un giretto chi con dei calessi, chi a piedi. Io mi posiziono vicino alla piscina e mi dedico a leggere la storia del posto ed i luoghi che domani visiterò; sono proprio nel cuore del regno delle pagode, l'aria che si respira è magica.
La cena è una vera sorpresa, è all'occidentale, insalata fresca, zuppa di patate, pollo alla griglia con verdure e patate, per dolce uno squisito creme caramel, il tutto servito in piatti e fondine. Dopo tanti pasti birmani e cinesi, una cena con i nostri sapori. Terminata la cena improvvisamente le luci si spengono, che succede? ...... compare un torta illuminata dalle candeline, è il compleanno di Mariarosa! Sosò, sei un grande!! Ha fatto una sorpresa a tutti preparando autonomamente il festeggiamento del compleanno, anche in quest'occasione si è dimostrato veramente una stupenda ed attenta persona.
La sera trascorre seduto ai bordi della piscina chiacchierando con i componenti del gruppo.

pagina  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 |         >> pag. seguente
 
1
2
3

Dati del viaggio

Un viaggio tra i tesori dell'Umanità

Periodo: ottobre 2006

Destinazione: Birmania e Cambogia

Passaporto turistico

Raffaele Banfi

contatto email:

Altri viaggi pubblicati:

 
 
ARCHITETTURA&VIAGGI è una realizzazione di Sonia Piazzini e Francesco Pinzani. Tutti i contenuti quali logo, impostazione grafica, testi e fotografie sono di proprietà esclusiva degli autori del sito. Pertanto ARCHITETTURA&VIAGGI ed i suoi contenuti NON sono utilizzabili liberamente per scopi commerciali in quanto protetti dalle leggi italiane e internazionali sul diritto di autore.