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AFGHANISTAN di Giuseppe Bosio

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Viaggio in Afghanistan

VENERDI 06 AGOSTO 2004
La partenza è prevista presto in mattinata. Come sempre ci sono imprevisti. Il primo inizia con un ritardo dovuto al nostro autista che sta cambiando la gomma dell'auto che già il giorno precedente aveva iniziato a sgonfiarsi leggermente. Poi la ricerca del carburante, essendo questo l'ultima località dove è possibile trovarne, ci fa perdere ancora una mezzora. Finalmente partiamo. Sono oramai già le 8.30 del mattino. La partenza di buonora era richiesta poiché era necessario arrivare al villaggio di Khandud prima delle ore 14.00. Un impegnativo guado si trova infatti alcuni chilometri dopo questo villaggio e le acque che scendono dai ghiacciai sovrastanti ingrossano il fiume nel pomeriggio rendendo più difficoltoso il passaggio. Iniziamo a percorrere la valle del Wakan. La strada, talvolta con uno sterrato agevole altre volte con fondo più impegnativo corre parallela al mitico fiume Pamir (Oxus, Amu Daria). La valle si snoda ampia a formare il bacino del fiume. Esso funge da confine tra l'Afganistan ed il Tagikistan. Nel versante opposto si nota la strada che corre parallela in territorio Tagiko. Frequenti sono i villaggi sulla riva opposta. Si ha l'impressione che in territorio Tagiko l'ex Unione Sovietica abbia fatto maggiori investimenti di quanto invece fatto in Afganistan dai locali governi. Esistono molti più insediamenti agricoli che si arrampicano sulle pendici dei monti che non sul territorio Afgano. La strada stessa che percorre il lato opposto del confine Tagiko è asfaltata ed inoltre si nota una palificazione che porta energia elettrica a tutti i villaggi. Sul versante Afgano invece la strada è una pista spesso anche in pessime condizioni. Non noto nessuna palificazione ne segnali di insediamenti per la fornitura di energia elettrica. Il paesaggio è meraviglioso. La valle percorsa circa 700 anni fa da Marco Polo e prima ancora da Alessandro Magno si propone in tutta la sua bellezza. La strada corre talvolta vicina e strapiombante sul fiume. Altre volte si allontana per cercare un passaggio più agevole tra le pietraie del fondovalle. Arriviamo al villaggio di Khandud dove veniamo registrati all'ufficio di polizia e siamo ricevuto dal capo del villaggio il quale inizialmente ci comunica che non è più possibile effettuare il guado. In un secondo tempo cambia idea e decide di accompagnarci lui stesso fino al punto di attraversamento. Il guado dista circa 5 chilometri e lungo la strada raccogliamo altre tre persone esperte del luogo che ci indicano il passaggio. Dopo alcuni tentativi troviamo la giusta via e con qualche difficoltà riusciamo a transitare e ad oltrepassare la zona dove l'acqua è più impetuosa. Passato il guado la pista riprende ben visibile e facilmente identificabile. Una corsa ancora di un'ora e arriviamo al villaggio di Qala Panja. Siamo ricevuti anche qui dai notabili del paese. Incontriamo il capo villaggio ( un principe locale) ed anche la persona che dovrebbe fornirci i cavalli per la salita nei pascoli del Pamir. Incontriamo anche il medico inglese di cui ci aveva parlato Alberto Cairo. Siamo ricevuti nella sua casa. Ci sono anche la moglie ed i tre figli piccoli. All'interno della casa regna il disordine più totale. Passiamo anche qui un paio d'ore a conversare ed a raccogliere notizie. I bimbi si dimostrano subito molto socievoli con noi. Con molta probabilità è la curiosità per i nuovi venuti. Vivono qui da parecchi anni ma ci comunicano che rientreranno in Europa il prossimo anno. Mi danno l'impressione di una famiglia hippy più che la famiglia di un medico occidentale.
Quando incomincia a fare buio rientriamo nella casa del capo villaggio dove ceniamo seduti sul pavimento, usando le mani ed attingendo dall'unico piatto. Passiamo la notte. Dormiamo in una spoglia stanza su materassini a terra disposti attorno alle pareti. Il padrone di casa, che ci aveva ricevuti all'arrivo, viene a trovarci e si sofferma a chiacchierare fino alle 22.00. Domani staremo tutto il giorno in questo villaggio.

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Dati del viaggio

Viaggio in Afghanistan

Periodo: Dal 30 luglio 2004 all'11 settembre 2004

Destinazione: Afghanistan

Partecipanti: Giuseppe Bosio, Daniela Roso e Gianni Pedrini

Passaporto turistico

Giuseppe Bosio

Vive a Bassano del Grappa dividendo il suo tempo fra innumerevoli attività sportive e culturali. Lasciato alle spalle il ruolo di dirigente industriale, con la stessa perizia dedicata al lavoro, ha iniziato ad organizzare questo viaggio a coronamento di un'idea che perseguiva da tempo. Viaggiatore da sempre, è stato anche accompagnatore di gruppi un pò in tutto il mondo: di lui si dice che è più facile trovarlo in un aereoporto o in cima ad una montagna piuttosto che a casa.
Socio CAI presso la sezione di Bassano del Grappa, appassionato di montagna ha effettuato numerosi trekking in Himalaya e in Sud America nelle Ande, ha scalato i vulcani Popocatepetl, ed Ixtaciuatl in Messico. Con gli sci ai piedi ha raggiunto moltissime cime delle Alpi (dalle Dolomiti alle Alpi Occidentali), il monte Ararat e le principali cime dell' Atlante in Marocco.
Ha effettuato parecchi viaggi nelle Americhe: Stati Uniti, Messico, Guatemala, Bolivia, Perù... In Africa ha visitato: Ruanda, Kenia, Tanzania, Namibia, Mali, tutti i paesi del Nord Africa ed ha attraversato il deserto del Sahara. In Asia ha attraversato India, Indonesia, Tibet, Cina, Pakistan, Nuova Guinea, Borneo.
Amante della vela, ha navigato per parecchi mesi lungo le coste della ex Iugoslavia. Appassionato di fotografia dispone di un ricco archivio di immagini raccolte durante i viaggi. Ricerca nei suoi viaggi il contatto con la gente ed è affascinato dalle culture degli altri popoli in particolar modo del mondo orientale.

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