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LISBONA di Paolo Galgani

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Praca do Comercio con l'albero di natale illuminato

Capodanno a Lisbona

2° GIORNO 31/12/2006
Ore 7,00 sveglia e colazione a buffet nel ristorante dell'albergo (ottima).
Oggi, come prima giornata per le escursioni, decidiamo di andare a Belem anche perché, essendo domenica, i musei permettono l'ingresso gratuito.
Prendiamo la metro fino al centro e poi, da Praca do Commercio, il tram 15 fino a Belem.
L'ingresso in metro, il primo da quanto siamo arrivati, è veramente singolare; insieme a noi entrano centinaia di immigrati di colore che probabilmente dovevano recarsi anche loro in centro. Ci troviamo dentro la metropolitana con una folla di soli neri e questo a noi, sporchi razzisti bianchi e prevenuti, crea una certa apprensione. Il tutto si conclude con uno di loro che gentilmente ci aiuta anche a fare l'abbonamento (il 7 colinas il più conveniente a Lisbona) al box automatico (e noi che pensavamo che ci volessero mangiare ....!!!).
Intorno alle 9,00 arriviamo a Belem. La prima tappa è il famoso monastero da dove partì Vasco da Gama alla scoperta dei nuovi mondi. Una bella scoperta anche la nostra: quella dello splendido stile manuelino che adorna la chiesa e lo straordinario chiostro in cui ci intratteniamo più del dovuto. Per fortuna l'idea di venire qui piuttosto presto ci dà una mano. In pratica quando noi decidiamo di uscire stanno entrando nel complesso almeno 1000-2000 persone contemporaneamente (singoli turisti o gruppi accompagnati): un ora soltanto di ritardo e ci saremmo trovati in mezzo ad una bolgia. Ci affrettiamo allora a raggiungere la tappa successiva, il ''Pedrao dos descobrimentos'', un monumento dedicato ai navigatori portoghesi e alle loro scoperte, riportato in tutte le guide, ma che a noi non ha fatto nessuna impressione.

Ci siamo allora diretti verso la torre di Belem, una fortificazione difensiva posta in mezzo alla foce del Tejo e che oggi, con lo sviluppo della città, si trova a pochi metri dalla riva. A differenza dello scialbo Pedrao, la torre, anche essa in stile manuelino, è straordinaria. La visitiamo e la ammiriamo entusiasti e soddisfatti nonostante a lunga scarpinata che ci è costata raggiungerla. La quarta tappa della mattinata è il ''centro culturale di Belem'' progettato dall'Arch. Vittorio Gregotti e costruito nel 1986 in occasione dell'ingresso del Portogallo nella comunità europea. Devo premettere che a me non piace nulla di Gregotti, ma in questa occasione l'architetto ha superato se stesso realizzando un edificio interessante e meritevole di una visita (azzeccato il rivestimento in pietra rosa Portogallo). L'ultima tappa, ma non per importanza è il museo delle carrozze sia per il contenuto, ma soprattutto per l'edificio che lo contiene. All'uscita avviandoci alla fermata del tram passiamo davanti alla mitica pasticceria di belem ma, anche a causa della chilometrica fila non riusciamo propria a gustarci le sue prelibatezze (sarà per la prossima volta!).
Il motivo, in realtà, era che avevamo fretta, alla fine di Dicembre le giornate sono proprio corte e io avevo una gran voglia di raggiungere quella che per me era la meta principale di questo viaggio: l'area dell'Expo 98. Per raggiungerla prendiamo la linea rossa della metropolitana che, attraversando alcune bellissime stazioni che meriterebbero ognuna una visita specifica, raggiungiamo il capolinea dove si trova la straordinaria Stazione d'Oriente dell'Arch. Santiago Calatrava.
Imponente, elegante, maestosa: non si sprecano gli aggettivi per questa che è sicuramente la più bella opera di architettura moderna di Lisbona. Ci passiamo davanti, uscendo dal metrò, per addentrarci nell'area-Expò vera e propria, ripromettendoci di tornare più tardi.
L'area è enorme per un unico pomeriggio e, allora, cerchiamo di disegnare un percorso che ci faccia vedere il più possibile nel minor tempo.
Passiamo davanti all'ex padiglione portoghese di Siza (pessimo!), all'edificio ''Vodafone'' di A. Burmester con il rivestimento in pannelli metallici che sembrano ruotare su se stessi, al gigantesco ''Oceanario di Lisbona'' dell'arch. americano P. Chermayeff, al teatro ''Luis de Camoes'' degli arch. Salgano e Fei, al ''padiglione della conoscenza dei mari'' di Carrilho de Graca, al ''padiglione atlantico'' di R. Cruz e SOM che sembra un astronave appena atterrata, alla stupenda ''fiera di Lisbona'' degli Arch. Barreiros Ferreira e Franca Doria (che scopro essere stata costruita da aziende italiane con tecnologia italiana), alla torre ''Vasco da Gama'' di Skidmore. Owings & Merril capolinea dell'ovovia che attraversa l'area, all'omonimo centro dello studio inglese Building Design Partnership con le due torri cornute ''Sao Gabriel'', al 5 stelle Hotel ''Tivoli'' di L.Soares e T.Pinto.
Devo dire, però, che l'attenzione e la nostra curiosità è attirata da piccoli particolari che incontriamo come le fontane a forma di vulcano che ogni tot. minuti esplodono l'acqua verso l'alto con grande gioia dei bambini presenti (e anche nostra!), la cascata di acqua accanto all'acquario, i ''jardins de agua'' e soprattutto l'ovovia che ti trasporta fino alla torre Vasco da Gama facendoti ammirare tutta l'area dall'alto.

Ammaliati dalle bellezze dell'expo non ci accorgiamo che sono ormai le 16,00, l'ora di pranzo è passata da un po', e i morsi della fame si fanno sentire. Entriamo nel mastodontico centro commerciale ''Vasco da Gama'' alla ricerca di un ristorante (abbiamo letto all'esterno che c'è anche un locale di cucina italiana), ma purtroppo troviamo chiuso e ci dobbiamo accontentare del famigerato McDonald !!! Ci consoliamo con un enorme gelatone della catena tedesca ''Hagen Daz'' (uno solo perché mia moglie mangia sempre un po' del mio!). usciti ci troviamo di fronte ad un bellissimo tramonto e ne approfittiamo per scattare qualche foto alla stazione d'oriente prima che sia troppo tardi. Intorno alle 19,00 decidiamo di rientrare in albergo per prepararci alla notte di fine anno.
Alle 10 siamo in centro, è un brulicare di gente, l'atmosfera è allegra. E' pieno di chioschetti di caldarroste, alcuni ragazzi distribuiscono l'uva passa (dicono che porta fortuna !): io l'ho mangiata, a prescindere, perché era molto buona. Arriviamo a Praca do commercio piena a metà, ma continua ad arrivare gente. Alle 11,00 comincia il concerto con delle ciofeche di cantanti portoghesi che probabilmente qui sono delle star almeno a vedere le ragazzine che si strappano i capelli e cantano a memoria le canzoni; purtroppo in tutta la piazza ci sono non più di due chioschi di birra con file chilometriche ed allora nonostante la sete rinunciamo. A mezzanotte comincia la parte più interessante dello spettacolo: dei fuochi d'artificio eccezionali che durano più di 30 minuti. Alla fine quando decidiamo di muoverci per raggiungere la metro ci accorgiamo che la piazza è diventata piena all'inverosimile. Spostarci è quasi impossibile, raggiungere la metro al Chiado è quantomeno pericoloso a causa della calca nelle strade limitrofe. Decidiamo di andare dall'altra parte, alla fermata di ''Cais de sodrè'' e li riusciamo ad arrivare. Non vi stò a raccontare il caos all'interno della metropolitana per tornare all'albergo e questo solo perché nella notte dell'ultimo dell'anno i mezzi pubblici funzionavano solamente fino all'1,00 (allucinante!!!). Serata da dimenticare o quasi soprattutto se paragonata alla super organizzazione del capodanno scorso a Vienna.

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