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BARCELLONA di Fabio Boccapianola

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Sagrada Familia

Nel capoluogo catalano: tra cultura e modernità

Dopo il piccolo soggiorno Madrileno ed un veloce ritorno in Costa Blanca siamo partiti per Barcellona dove ci fermeremo qualche giorno.
Appena ritirati i bagagli all'aeroporto ci siamo diretti alla fermata degli autobus per raggiungere il centro. C'è una coda interminabile, bisogna fare i biglietti, tutti in fila dal conducente e per questo vediamo partire il primo bus senza di noi. La coda resta sempre più o meno della stessa lunghezza, ma noi per fortuna siamo più vicini a salire. Con pochi euro compriamo il biglietto e cerchiamo, sul bus, un piccolo spazio ove collocarci insieme alle nostre valige senza esasperare quella percezione di stress tipica degli autobus affollati.

Siamo diretti a plaza Cataluña dove sembrerebbe che scendano anche tutti gli altri. È molto tardi e l'autobus è davvero pieno, per questo non riesco molto a guardarmi in giro.
Arriviamo alla nostra fermata all'una di notte circa. Mi guardo intorno e mi rendo conto di non vedere così tanta gente per la strada da quando sono partito. È molto tardi eppure sono tutti svegli in giro per le strade. I locali sono aperti e molto frequentati. Prendiamo la Rambla per giungere al nostro ostello. La prima impressione è che Barcellona sia molto viva, per tutto ciò che concerne il divertimento. La maggioranza di persone ancora sveglie è giovane, ci sono moltissimi turisti e molti sono anche italiani. Lungo la Rambla svoltiamo in una via interna, Calle Hospital. Tutto sembra avere un connotato diverso: noto molto degrado, la via è stretta, interessata da lavori, buia e tutta bagnata (forse aveva piovuto, le previsioni infatti non prevedevano bel tempo in tutta la regione catalana), la temperatura è tra le più basse che ho percepito dagli ultimi 30 giorni. Finalmente alla fine della via svoltiamo nuovamente e raggiungiamo l'ostello Columbus. Già lungo le scale non mi fa una bellissima impressione, devo dire, che anche la stanza, senza finestra con un letto a castello a due piani ed un ventilatore non è il massimo. Tuttavia i ragazzi che ci hanno accolto in modo per nulla formale e molto amichevole sembrano essere brave persone e molto cordiali. Siamo molto stanchi decidiamo di fare un brevissimo giro di ricognizione nelle vicinanze e tornare subito per essere più in forma l'indomani.

Ripercorriamo la stessa strada per tornare sulla Rambla, ora non devo più tirare le mie valige e riesco meglio a gustarmi i dintorni. Calle Hospital, se paragonata alla Rambla, non è molto frequentata, ma se la paragonassi ad una qualunque altra via ''normale'' a quest'ora si può dire che sia percorsa da un consistente numero di persone.
Arrivati sulla Rambla ci accorgiamo, che nonostante l'ora, questa via è popolatissima. L'idea è che qui, a quest'ora ci sia tutta la perdizione che ci si possa immaginare. C'è molta gente su di giri, molti adulti più e meno giovani vengono fermati da ragazze di colore che intendono offrire loro prestazioni sessuali in cambio di danaro. Ci sono anche molti uomini che vendono lattine di birra a prezzi inferiori rispetto a quelli dei locali per nulla a buon mercato. È la prima volta da quando sono in Spagna che noto così tanto degrado, qui, l'impressione è che ci sia molto divertimento ma anche molta droga e situazioni connesse al crimine.
Tornati in ostello dopo aver acquistato una lattina di Pepsi ed una bottiglia di acqua in una specie di minimarket, ci rendiamo conto che a Barcellona i prezzi non sono come nel resto della Spagna che abbiamo visitato: infatti abbiamo speso ben 4,50 euro.

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Dati del viaggio

Nel capoluogo catalano: tra cultura e modernità

Periodo: agosto 2007

Destinazione: Barcellona

Partecipanti: Fabio Boccapianola e Serena Colombo

Passaporto turistico

Fabio Boccapianola

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