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INDIA DEL NORD E NEPAL di Davide Ferrari

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Dal deserto del Thar alle alte vette dell'Himalaya

Prima destinazione turistica del Paese è Agra, che conta circa 3 milioni di visitatori all'anno. Essa fu fondata dai primi imperatori Moghul, che ne fecero una fiorente capitale. La città non si può definire bella, ma ospita bellezze assolutamente uniche al mondo. Unico neo: il biglietto d'ingresso! Agra è molto grande e conta 1,2 milioni di abitanti circa. Per gli acquisti ci sono parecchi bazar in cui si può trovare davvero di tutto.
La prima visita la effettuiamo al Taj Mahal, opera davvero stupefacente. Il Taj Mahal è un monumento all'amore fatto costruire, tra il 1631 e il 1653, dall'imperatore Moghul Shah Jahan, in memoria dell'adorata moglie Muntaz Mahal morta prematuramente. Palese dimostrazione di come i suoi artefici, ben conoscendo la magia del teatro, puntassero su un effetto scenico di grande efficacia, questo tempio è da vedere rigorosamente, anche se l'interno delude un pò rispetto alla maestosità e alla bellezza dell'esterno.
Passiamo poi a visitare il Forte Rosso, che fu eretto nel XVI secolo come residenza degli imperatori. L'enorme edificio confina con il fiume Yamuna, gode di una meravigliosa vista del Taj Mahal e racchiude una serie di palazzi di marmo, moschee e giardini sontuosi.
Una visita-lampo meritano anche il Radhaswani Temple e il Ram Bagh.

Lasciamo Agra con l´Espresso 2002, prenotato a Jaipur, e percorriamo un tragitto di 3 ore in treno, tra l'altro molto confortevole, per arrivare a Jansì. Dimenticavo di scrivere che in India esistono otto categorie di treni! Da Jansì prendiamo un pullman locale per arrivare, dopo 5 ore di viaggio, a Khajuraho.
Da visitare ci sono i Templi, che costituiscono una delle attrattive principali di tutta l'India, capolavori architettonici e opere scultoree eseguite con straordinaria abilità, che investono una notevole importanza storica e artistica.
I Templi, che risalgono al 1000 d.C., furono costruiti all'epoca dei Chandela, una dinastia che sopravvisse per cinque secoli prima di soccombere sotto il violento attacco dei Moghul. I soggetti principali, che compaiono con maggiore frequenza e dovizia di particolari, sono le donne e le immagini erotiche. Tra i vari templi, i più suggestivi, a mio parere, sono quelli che fanno parte del gruppo occidentale. Molto bello anche il gruppo orientale, rappresentato da tre templi gianisti, e per finire il gruppo meridionale, che merita una visita-lampo.
In verità, un pò di delusione l'ho avuta al ricordo dei templi di Angkor Wat, visitati l'anno scorso in Cambogia, che sono veramente imparagonabili!
Nel pomeriggio, noleggio una bicicletta e mi dirigo alle cascate Raneh Falls, che distano 18 km dalla città.

Dopo un giorno di puro relax e di meritato riposo, passato a far bagni in piscina e spaparanzati sui lettini al sole, prendiamo un volo da Khajuraho per Varanasi, ultima città dell'India che visiteremo prima di andare in Nepal.
L'arrivo a Varanasi è un pò deludente poiché piove a catinelle, ma d'altronde è stagione di monsoni!
Per oltre 2000 anni, Varanasi, la città eterna, è stata la capitale religiosa dell'India. Costruita sulle sponde del sacro Gange, si dice unisca in sé la virtù di tutti gli altri luoghi di pellegrinaggio e che chiunque finisca qui i suoi giorni, qualunque sia il suo credo e per quanto possa aver peccato, andrà direttamente in Paradiso. Varanasi ha oltre 100 ghat, ossia scalinate sul Gange, dove ci si bagna e si procede alle cremazioni. Città sacra per eccellenza degli Indù, Varanasi è sempre affollata di pellegrini. Visitarla almeno una volta nella vita è lo scopo di ogni Indù; morirvi significa avere la più forte possibilità di raggiungere il Moksha (salvezza, liberazione).
La prima visita, anche se un po´ stanchi, è dedicata al Gange. Qui, nei numerosi ghat, che raggiungiamo attraverso vicoli angusti e oscuri che sembrano dei labirinti, avvengono appunto le cremazioni. Il tutto è un po´ macabro, perciò è meglio sorvolare sulle spiegazioni di cosa avviene, ma posso accennare che i cadaveri di santoni, bambini e lebbrosi, a differenza di tutti gli altri, non vengono nemmeno cremati, ma gettati direttamente nel Gange.
A dire il vero, per scoprire e visitare Varanasi, a mio parere, non occorre più di mezza giornata, visto che la città è molto trasandata e perciò abbastanza deludente.
Volendo, dopo aver osservato il rito delle cremazioni sul Gange, si può fare una visita-lampo a Bharatmata Mandir e al Sankat Mochan Temple, o più semplicemente Monkey Temple (il Tempio delle Scimmie).
Qui a Varanasi, ma in generale un po´ in tutta l'India, le persone sono molto tranquille e disponibili, anche se è molto difficile comunicare con loro, e riuscire quindi ad ottenere informazioni, a causa della lingua. Inoltre qui, tutti, dai bambini agli anziani, si offrono volontari per farsi fotografare in cambio di qualche rupia.

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