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THAILANDIA E CAMBOGIA di Riccardo Romagnuolo

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Asian, Sud Est - ritratti d'Oriente

Ci dirigiamo in taxi collettivo (contrattate prima di accettare, 50 bath a persona sono sufficienti) al molo delle partenze per Kho Panghan. In circa un'ora siamo sull'isola. È affollatissima. Del resto siamo nel giorno del mitico Full Moon Party, e da una settimana l'isola è invasa da giovani da tutto il mondo. Ci rendiamo conto che la Lonely Planet aveva proprio ragione, mai arrivare a Kho Panghan nel giorno del Party, rischi di dormire in spiaggia. Dal porticciolo di Thong Sala ci spostiamo in direzione Hat Rin. La prima destinazione è il tratto di spiaggia tra Ban Tai e Ban Khai. Ci troviamo ad una decina di km dalla lingua di terra che ospiterà il party nella notte. Camminiamo per qualche centinaio di metri lungo la spiaggia. La marea ha ritirato il livello del mare oltre la barriera corallina. Su tutto questo tratto di costa il livello dell'acqua risale solo al tramonto, in questa fase dell'anno. Lo scenario sembra quello post atomico di un deserto di sabbia e pietre disseminato di specchi d'acqua che riflettono i colori del cielo. Le palme e la sabbia bianchissima completano uno scenario stupendo. Siamo fortunati, e prima di quanto pensassimo troviamo una sistemazione. Il bungalow è una vera e propria capanna sulla spiaggia, tipo 3 metri x 2 con materasso non proprio lindo. Ma siamo stanchi e per due € a testa non possiamo rifiutare.

Dormiamo qualche ora, poi usciamo. Vogliamo capire dove ci troviamo. Verso l'interno, attraverso il palmeto che orla la spiaggia, raggiungiamo la strada principale. I ''villaggi'' in pratica non esistono, solo qualche capanna qua e là a bordo strada. Proviamo a noleggiare un motorino (tutti ne hanno uno), ma il titolare del rent, un tedesco trasferitosi qui da anni, ce lo sconsiglia. Troppi gli incidenti con conseguenze gravi durante la notte della luna piena.
Finalmente, il momento della festa. Raggiungiamo Hat Rin con un taxi collettivo dalla strada principale. Il villaggio pullula di gente e c'è un via vai costante con la spiaggia. Seguendo la folla e la musica, andiamo verso il mare. Ovunque, i tailandesi cercano di vendere i mitici secchielli da sbronza del party. Non posso resistere. La festa è pazzesca. Musica di ogni genere (noi preferiamo i locali che pulsano reggae e techno trans), balli, divertimento, sbronze. Certo, anche tanta droga, prostituzione strisciante, squallore (fin quando si tratta di ragazzi...ma i vecchi bavosi con le ragazzine thai, proprio non vanno giù). Ma questo posto trasuda vita, allo stato puro, in tutte le sue contraddizioni, nel bene e nel male, al di là di ogni perbenismo e di ogni morale. Ci piace.

Serata davvero esaltante. Torniamo al bungalow prima dell'alba. La marea è salita e la luna si specchia nell'acqua, illumina le dune di sabbia, le palme. La spiaggia deserta è bellissima.
L'indomani......ahi, ahi......quel ghiaccio proprio non avrei dovuto berlo. Mi sveglio con dolori addominali, vomito e febbre. Nonostante la vaccinazione contro colera e dissenteria, mi sono beccato il bacillo. Mi tocca passare la giornata in ospedale, tra una flebo e l'altra.
Finalmente una nuova alba. Decidiamo di prendere un bungalow allo storico Paradise, nella zona di Hat Rin. Mi sento meglio ed è l'ora di partire alla scoperta dell'isola, quasi deserta nei giorni che seguono il party. È forse il momento migliore per viverla, lontani anni luce dal caos della festa. Le possibilità sono due. Noleggiare una jeep ed avventurarsi per sentieri nella giungla, seguendo un itinerario che porterebbe anche a delle cascate non troppo belle (dicono) e ad tempio stile cinese. Ma cascate e templi ne abbiamo visti tanti e qui bisogna andare alla scoperta delle spiagge. Il mezzo più veloce ed efficace per il nostro scopo è utilizzare una ''long tail boat''. Purtroppo per noi, mancando i turisti, e dunque i passeggeri, le barche, che normalmente arriverebbero a trasportare una quindicina di persone, hanno un costo superiore, poiché tocca noleggiarle per intero, ed è difficile utilizzarle in stile taxi. Perdiamo un paio di giorni alla scoperta delle spiagge più belle, ma ne visitiamo solo una davvero degna di menzione. Hat Khuat (Bottle Beach) si trova sull'estremità nord - orientale dell'isola. Si raggiunge con circa 30 minuti di barca (all'interno, in auto, ci vorrebbero 3 ore). Lo scenario della costa che attraversiamo per raggiungerla è davvero suggestivo. Rocce di forme tondeggianti e stranissime, spuntano dalla giungla costellata di palmeti fittissimi.

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Dati del viaggio

Asian, Sud Est - ritratti d'Oriente

Periodo: agosto 2006

Destinazione: Thailandia e Cambogia

Partecipanti: Riccardo Romagnuolo e Lisa

Passaporto turistico

Riccardo Romagnuolo

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