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BERLINO di Silvia Rizzi

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Gehry, DZ Bank

Berlino contemporanea

Se capitate dalle parti di Berlino e rovistate un po' in qualche negozio di souvenir, troverete anche le solite cartoline con le frasi celebri di questo o quell'altro personaggio. Su una di queste leggerete una citazione di Anneliese Boedecker che recita: ''I berlinesi sono antipatici, senza riguardi, scortesi e vogliono sempre avere ragione, Berlino è repellente, rumorosa, sporca e grigia, ovunque cantieri e strade intasate. Ma mi dispiace per tutti quelli che non possono vivere qui!'' Non ho ancora letto nulla che, in così poche parole, descriva l'impatto con questa città. Perché si può odiare il suo grigiore autunnale, il freddo nordeuropeo (inteso sia climaticamente che nel carattere della gente), le strade chiuse o intasate per l'apertura dell'ennesimo cantiere. Però, in un modo o nell'altro, alla fine Berlino ti rapisce e non riesci più a farne a meno.

Meta obbligata per tutti coloro che si occupano di architettura e arte, la capitale tedesca è una fucina di idee in continua evoluzione, al pari in Europa di città come Barcellona, Londra e poche altre. Organizzare un viaggio di architettura a Berlino è una vera impresa, perché dopo una settimana dentro e fuori dagli edifici ci si accorge di aver appena cominciato la visita. Se poi qui ci si vive per un po', come è capitato alla sottoscritta grazie al programma Erasmus, si impara ad apprezzarne tutte le sfumature: il carattere di metropoli multietnica che in fondo così fredda non è, la sensazione di vivere in una città dove l'est e l'ovest non sono ancora del tutto uniti, ma dove si ha la percezione del tempo che scorre in avanti e del continuo succedere delle cose, a differenza dell'atmosfera stagnante di altre città europee.

Uno degli ultimi giorni della mia permanenza qui, mi ritrovavo a scrivere: ''A ogni fermata della metro gente scende e gente sale. Guardi, osservi, ti immagini le loro storie, dove vanno, cosa fanno, perché sbadigliano e intanto pensi". L'altro giorno ho preso la S-Bahn all'alba, stanchissima, dopo una nottata in università e ho visto quel viaggio, quei quaranta minuti verso casa, in un nuova luce. Perché ho realizzato che era una delle ultime volte che lo facevo, quel viaggio. In meno di tre settimane alles vorbei. Ho realizzato che mi mancherà passare sopra il verde di Tiergarten, mi mancherà quell'attimo in cui si scorge Straße des 17. Juni che lo squarcia e si perde, in lontananza, dietro alla Große Stern. Mi mancherà il serpente di mattoni della Bundesschlange, che sembra sempre disabitato. Mi mancherà l'essere improvvisamente inghiottita dall'enorme tunnel di vetro dell'Hauptbahnhof, sentendo il grande vuoto dei quattro piani che si srotolano sotto con le loro scale mobili. E poi essere risputata fuori da quel tunnel e scorgere tutta la Band des Bundes, il suo grigio chiaro così lucente quando si staglia contro blu delle nuvole scure che minacciano pioggia. E le spiaggette sulla Sprea, così finte ma così vitali, e poi Friedrichstraße, sempre ininterrottamente brulicante di gente. L'ansa della Sprea, di nuovo. I binari che tagliano l'isola dei musei. Di notte, con le luci accese, per un attimo riesci a vederci dentro. Il Palast der Republik, o quello che ne rimane, lo si scorge per un attimo dietro al Domo, trionfante nell'azzurro della sua cupola. E poi il legno della stazione di Hackeschermarkt, con gli oblò da cui guardi le luci e la distesa di tavolini della piazza sottostante. Ma eccola là, la palla traslucida di Alexanderplatz, gira e sembra dirti "ci sono qua io che osservo, controllo tutto". La guardi e ripensi a quell'Est che non c'è più, a cosa doveva significare, quale vanto doveva essere per chi la guardava da una parte, quale presagio negativo per chi dall'altra la fissava stagliarsi contro il cielo. Ora non è più nulla di ciò. Rimane solo una delle tante attrazioni del baraccone turistico, un pilone che sovrasta una distesa di centri commerciali, uffici e banche. [...] Mi mancherà persino la voce metallica che scandisce, sempre uguale, "Alexanderplatz... Hackeschermarkt... Friedrichstraße... Hauptbahnhof... Bellevue... Tiergarten". (http://silviainberlin.blogspot.com)
Insomma, Berlino è una meta irrinunciabile. Ma attenzione, può dare dipendenza...
 
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Dati del viaggio

Berlino contemporanea

Periodo: vari 2005/2007

Destinazione: Berlino

Partecipanti: Silvia Rizzi

Passaporto turistico

Silvia Rizzi

Professione:
Studentessa in architettura

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visita il suo sito web:
archipassion.blogspot.com

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