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GIAMAICA di Elena e Pietro

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blue lagoon

Le stelle marine dopo la pioggia

La prossima tappa è Negril, spiaggiona hippie nei 'Seventies dove ora risuonano i concerti di YellowMan e i frullatori pieni di frutta. Guesthouse e baretti si susseguono sui 7 km di Long Beach. I tramonti sono spettacolari, le patty fatte a mano squisite, il mare cambia sfumatura ad ogni ora e le stelle marine riempiono l'acqua bassa dopo la pioggia. Tra gli scogli nel West End, dove c'è il faro della punta Ovest, esploriamo in motorino i baretti e le scogliere dalle pareti verticali. 33 gradi dice la mia sveglia alle 5 di pomeriggio quando sfinita dal sole arranco nel bungalow blu e dormo. La sera quando rinfresca catamarani con le luci verdi sbarcano turisti-alieni nell'acqua di 35 cm di fronte ai grandi resort, tutti intabarrati col giubbotto di salvataggio, di ritorno dalla emozionante escursione quotidiana in cui hanno fatto 130 foto, tutte rigorosamente da lontano e con lo zoom... Facciamo notte chiacchierando sulla panchina, che compare tutte le notti in spiaggia, o leggiamo, ascoltando i concerti attorno. Turistica, casinara, affascinante, aggressiva; Negril ci piace più di quanto vorremmo ammettere.

Qui i concerti abbondano, ma abbiamo ormai la conferma che reggae vuol dire perlopiù le solite 7-8 canzoni di Bob Marley, niente della grande varietà di genere che ci aspettavamo. I giovani ascoltano perlopiù musica elettronica e house, e ci divertiamo a pensare a scenette familiari in cui la mamma vuole costringere il figlio a farsi i rasta come papà e quello scappa perchè "fa vecchio"...

Ci lanciamo verso Est per chiudere il giro, la "georgiana" Falmouth, MoBy (Montego Bay), la plasticosa Ochi (Ocho Rios) e baie anonime piene di relitti rugginosi sfrecciano dai finestrini dei bus, taxi che si tengono i bagagli e scompaiono dietro l'angolo prima che tu possa dire "...chi ce l'ha il rhum?". Soste notevoli: a Glistening Waters dove simpatici plancton fosforescenti risplendono nella laguna (ce ne siamo portati a casa una bottiglietta e di notte si inseguivano con scie luminose...) e Oracabessa, asili nido e guesthouse labirintiche costruite da newyorkesi pittoresche e il loro marito jamaicano. Con murales, campanelle, vetri colorati, terrazzini, colonne, amache.

Dato che nel Portland piove (strano!) e per tornare al lato soleggiato servirebbero due giorni di bussini, noleggiamo una macchina per la rimanente settimana, e dopo un tentativo di stabilirci a MoBy in una locanda sconnessa e pittoresca ma un po' troppo brulicante di vita sotto le moquette sollevate (Evviva i sedili della macchina... ''almeno la sfruttiamo'') torniamo a Negril, con un colpo di testa e mezza giornata di viaggio, in tempo per il tramonto sulla scogliera e per ascoltare di straforo il concertone del compleanno di Bob Marley nel West End. Dopo un paio di degne nuotate, tramonti, cene di pesce, rifacciamo rotta verso le piovose ma rassicuranti coste del Portland, ma soprattutto per una degna conclusione sulle Blue Mountain dove ci aspettano guadi, cascate in mezzo alla strada, tornanti e strade sterrate con gobbe da dromedario. Ottima cucina ITal e caffé forte a casa di Jah B (Dio B), finalmente, alla faccia tua jerk chicken! C'è anche un gatto grasso e rosso con cui disputarsi il cibo e il divano. Purtroppo "Jah A" non gradisce e fa piovere tutta la notte, niente escursione sul picco. Alle 2 di notte, aspettando la guida intabarrata nel mio unico maglione, non mi è dispiaciuto troppo. E dalle montagne in discesa, ormai guidatori provetti (a sinistra, o meglio dal lato con meno buche, e col cambio automatico e gli autobus che sfrecciano ai 110 sulle curve), giù giù verso Kingston, una serata in periferia a guardare Italia Brasile al bar mangiando schifezze (le abbiamo prese, per la cronaca), e l'interminabile volo di ritorno... tutti uguali i ritorni... silenzio e raffreddore. E sorrisi.

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Dati del viaggio

Le stelle marine dopo la pioggia

Periodo: 15 gen 2009 - 12 feb 2009

Destinazione: Giamaica

Passaporto turistico

Elena e Pietro

Professione:
archeologa e ingegnere

Elena, 25 anni e Pietro, 30 anni, sono una coppia che appena può parte per un nuovo viaggio, lontano o vicino, treno nave o aereo, generalmente zaino in spalla e senza prenotare nulla più del volo. Entrambi per vie diverse lavorano nell'ambito dei beni culturali e delle nuove tecnologie.

Ci raccontano di loro: Dai nostri viaggi riportiamo ricette, parole, amicizie, e tante tante fotografie. Ci siamo conosciuti viaggiando entrambi in solitaria, a Granada...

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