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MONGOLIA di Rosy e Kenji Yamashita

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La terra di GENGIS KHAN

14 agosto: Di nuovo in marcia, questa volta per l'antica capitale Kharkorin, il percorso di quasi 400 km è reso piacevole dalle soste che ci permettono di ammirare questi spazi immensi, una fauna incredibilmente bella: pecore, capre, cavalli, mucche e poi ci sono i mongoli-mandriani che con i loro costumi, con il viso cotto dal sole, con i loro cappelli ed il sorriso, ti guardano e corrono via sul loro cavallo come se fossero un tutt'uno. La strada è asfaltata ma si va anche fuori per strade e stradine fatte di fango, erba e a tratti polvere. Ci inoltriamo tra campi e rocce per visitare le rovine dell'antico monastero Uvgun Hiid del 17° secolo, un piccolo gioiello scampato alla distruzione sovietica. Non è solo il piccolo e raccolto monastero che ci colpisce, ma la posizione splendida, fuori dal mondo, un nido accogliente di mura bianche e all'interno una monaca a vegliare che nulla possa accadere se non preghiere e meditazione.

Dobbiamo riconquistare la strada asfaltata, ma non è così facile, c'è un guado dove la vettura passa ma...vuota. Scendiamo e aspettiamo aiuto fiduciosi, infatti ecco un mandriano giovane e sorridente che mette delle assi sul fango e uno per uno traghettiamo tra acqua e fango. Ma come si ringrazia il giovane a cavallo così gentile? Ma è ovvio, Telmen prende una bottiglia di vodka e si partecipa tutti in un bel giro di assaggi e si prosegue fino a che la bottiglia non è finita...Tutto è così perfetto che il sospetto che sia tutto combinato ti passa per la mente, ma è ugualmente bello perché abbiamo avuto la prima occasione di stare insieme ad una persona che vive su quel territorio e conosciamo l'usanza locale per ringraziare. Questa persona ci ha anche portato a visitare la sua famiglia ed è stato interessante entrare in una ger dove la signora ci fa sedere in circolo e ci offre l'airag, dolcini molto semplici e pezzetti di formaggio durissimi a rischio denti. Ho letto cosa è bene fare e non fare quando una famiglia ti invita a casa sua, ma forse tutti abbiamo dimenticato tutto delle buone maniere mongole, per esempio ci siamo dimenticati di girare la pala nella grande sacca dove si forma l'airag, qualcuno si è fermato sulla soglia non permettendo agli spiriti di entrare, qualcuno non si è risparmiato una smorfia all'offerta del latte, ma loro con una pazienza infinita hanno subito la nostra invasione sempre col sorriso ed i bambini in silenzio guardavano e la più piccola si è fatta un pisolino in braccio al papà. La loro ger ha vicino una bella auto e anche l'antenna parabolica e ci spiegano che sono, per i lunghi mesi freddi, quando si spostano sulle montagne meno ventose col bestiame, i soli mezzi di comunicazione col resto del mondo.

Arriviamo a Karakorin che c'è ancora un po' di luce e abbiamo il tempo di farci una bella doccia prima di andare a cena e di coricarci per un meritato riposo. La giornata è stata interessante ma anche lunga. La mattina dopo c'è una luce straordinaria e cominciamo presto a metterci in marcia. Dopo un rapido giro alle poche bancarelle piene di oggetti e collane, sulla collina dove è stato eretto un monumento che ricorda l'epoca d'oro di Gengis Khan, ce ne andiamo a visitare il complesso di templi di Erdene Zuu, forse il più antico e importante complesso lamaista dell'antica capitale, sorto nel 16° secolo e poi quasi totalmente distrutto negli anni '30 dai sovietici. I mongoli hanno ricostruito il complesso che oggi è molto visitato. Comprende delle mura su cui vi sono ben 108 stupa, tanti quanti sono i grani del rosario buddista, all'interno come all'esterno, l'architettura lamaista è straordinaria in tutti i mille dettagli e nell'insieme dei colori. A fine visita, passeggiando lungo un viale si arriva ad una grande tartaruga in pietra su cui i credenti (ma anche i turisti) appoggiano le sciarpe votive. A dire il vero le tartarughe erano 4 in totale e vegliavano la città ai 4 angoli ma oggi ne è rimasta soltanto una.

Il mettere una moneta o una sciarpa o anche solo un sasso lo si fa anche con gli ovoo che sono dei cumuli di pietre che vengono messi insieme per devozione da una persona e li trovi su tutte le strade. Al centro del cumulo un bastone e intorno tante sciarpe e piccoli doni. Anche noi abbiamo provato a esprimere un desiderio mettendo una moneta e facendo tre volte un giro intorno all'ovoo...chissà mai...

Siamo al 16 agosto e visitiamo la riserva naturale di Hustain Nuruu dove sono gli ultimi famosi esemplari di cavalli selvaggi Przewalski. E' in questi luoghi che si parla del primo insediamento di quelli che oggi sono i turchi. Da Otman nasce più tardi l'impero Ottomano. A sera siamo a Ulaanbaatar e prepariamo il bagaglio per partire presto la mattina dopo per il lago Hovsgol. Fino a Moron andiamo in aereo e poi in vettura fino al lago. Lungo la strada il paesaggio è sempre qualcosa di nuovo: un lago, un fiume, prati verdissimi, marmotte che fanno capolino mentre qualcuno cambia ruote, e poi pini e fiori gialli, bianchi, rossi, abbondano le stelle alpine e intanto attraversiamo letti di fiumi in secca con dislivelli non indifferenti.

Arriveranno i nostri eroi al lago? Ci fermiamo anche ad ammirare delle renne che sono tenute legate ad un palo da una signora mongola che ci lascia avvicinare e fotografare per pochi soldi la sua tenda, tipo tipì, la carne essiccata che pende ai lati e, naturalmente le renne. Non ci pensiamo che per questi animali è troppo caldo essere in quel luogo, ce lo spiega Telmen. La signora ha trovato il modo di vivere ma a fine estate le renne che non hanno lichene da mangiare moriranno. Per un popolo che vive e rispetta gli animali questo episodio ci rattrista.

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Dati del viaggio

La terra di GENGIS KHAN

Periodo: 09 - 23 agosto 2007

Destinazione: Mongolia

Passaporto turistico

Rosy e Kenji Yamashita

Professione:
Kenji è architetto

Rosy e Kenji sono una coppia che ama girare il mondo. Rosy fa volontariato interculturale ed è interessata a conoscere le tradizioni dei popoli (ha tre belle collezioni di abiti tradizionali, natività dal mondo, bambole etniche, attraverso le quali a volte, in eventi per adulti e mostre nelle scuole, cerca di togliere qualche pregiudizio e dare qualche informazione); Ken è architetto fino al midollo e legge, vede, si informa su tutto ciò che riguarda l'architettura, anche nei dettagli (un esempio? le splendide chiusure in legno delle porte di Shibam in Yemen).

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