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MONGOLIA di Rosy e Kenji Yamashita

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La terra di GENGIS KHAN

GIUGNO 2007, io e Ken ci chiediamo cosa fare in agosto: "mi piacerebbe visitare la Mongolia, non riesco a immaginarla e quasi non conosciamo la sua storia, che ne dici?"
Mio marito dice sempre di si qualsiasi posto gli si chieda di visitare e così andiamo alla nostra agenzia viaggi, ci pensiamo su due giorni e prenotiamo per andare alla scoperta della Mongolia, che ci riserverà davvero tante belle sorprese. Non siamo più giovincelli e prenotiamo un viaggio che ci permetta ogni 3-4 giorni di rientrare a Ulaanbaatar (detto alla mongola o Ulanbator detto alla russa) per alternare la tenda ad un hotel. Gli unici hotel si trovano solo nella capitale mentre nel resto del territorio si vive e si dorme nelle ger, le tipiche tende mongole.
Pochi europei ancora visitano la Mongolia, in realtà scopriamo che il numero maggiore di visitatori arriva dal Giappone e dagli Stati Uniti. Noi partiamo a seguito del ''Tucano''. E' un piccolo gruppo, una dozzina di persone che arrivano da tutta Italia.

Il percorso inizia il 9 e termina il 23 agosto 2007 ed è il seguente:
Milano-Berlino-Ulanbaatar - escursione a Yolim Am, la valle delle aquile - visita alle dune e alla valle Bayanzag e dall'aeroporto di Dalanzadgad ritorno a Ulaanbatar da dove si riprende al sesto giorno la strada per KharKhorin - Monastero di Erdene Zuu e rovine di Karakorum - Bayangobi, riserva naturale di Hustain Nuruu e poi ritorno a Ulaanbaatar - Si riparte per il lago Hovsgol - Ulaanbaatar - escursione al parco Manszhir - parco del Terelji e infine da Ulaanbaatar per Berlino si torna a casa.

Prima di partire diamo un'occhiata alla guida. La Mongolia, nel nostro immaginario è spazi immensi, ma non riusciamo a pensare a come sia questo popolo, queste persone così lontane che non abbiamo mai incontrato, di cui non conosciamo la lingua e le usanze, conosciamo solo le gesta di Gengis Khan che ha saputo creare il più grande impero mai esistito circa 800 anni fa. Ci rendiamo conto che è proprio poco! Persino la superficie della Mongolia, più di un milione e mezzo di kmq (5 volte l'Italia) non riusciamo a immaginarla perché non si tratta solo di estensione, ma di paesaggi totalmente diversi, la taiga, il lago, il deserto più grande di tutta l'Asia, la città, e poi una escursione termica che va da meno 60 a più 45°, e sempre ad una altitudine minima di 1500 m, essendo la Mongolia un altipiano e la popolazione?... solo 2 milioni e mezzo di abitanti!
Bene, siamo al 9 agosto e si parte.

Eccoci a Ulanbaatar, la capitale. E' una città che ci sorprende per il caos, il traffico, le strade piene di macchine le persone indaffarate. Una breve sosta in albergo e siamo pronti per la visita. Arriviamo alla piazza principale Sukhe Baatar, c'è un bellissimo palazzo del Governo ed una posta altrettanto bella, al centro tanti tanti fiori e a lato sta sorgendo un grande hotel che toglierà probabilmente qualcosa alla maestà della piazza come è oggi, una grande, grandissima piazza. Tutti scattiamo le prime foto, la giornata è splendida e pensare che ci siamo tutti imbottiti per paura del freddo!

Sulla piazza non c'è il caos che è nelle altre strade e finalmente posso dare uno sguardo alle persone. Ken da buon architetto fotografa i palazzi, io che amo scoprire le tradizioni mi guardo intorno, ma di "del" ne vedo pochi, indossati da qualche persona anziana, i giovani sono come tutti i giovani nel resto del mondo ''globalizzati'', jeans a vita bassa, magliette con scritte pubblicitarie e cellulare. Sono un po' delusa, ma Telmen, la nostra giovane guida, un ragazzo come molti nato in Russia da genitori mongoli sorride e mi dice che avrò tempo di vedere molti aspetti dell'attuale Mongolia, anche gli abiti.

Intanto ci siamo spostati nella zona dove c'è il Zaisan Memorial, un monumento commemorativo costruito dai russi in ricordo degli eroi caduti in guerra. E' su una collina che permette di vedere tutta la città. Ulaanbaatar non si può dire bella, ci sono centrali elettriche a carbone enormi e poi l'inquinamento offusca tutto e infine il caldo insopportabile non ci entusiasmano. All'interno di questo monumento ci sono una serie di scene dipinte interessanti, una è molto significativa: una donna mongola offre una ciotola di airag (latte acido) ad un soldato russo: i mongoli simbolicamente desiderano riappropriarsi attraverso questa bevanda della loro cultura, questo il significato. Attraverso i secoli infatti la Mongolia che è geograficamente vicina sia alla Cina che alla Russia ha subito a fasi alterne invasioni dolorose da parte di entrambe.

Ai piedi della collina c'è il grande Budda in piedi con le mani nella posizione di pace.
Ci rituffiamo poi col nostro pulmino nel traffico per andare a cena. La cucina dovrebbe comprendere molta carne e grasso, dato il clima rigido per la maggior parte dell'anno, ed è logico che si offra, come miglior boccone il pezzo più grasso. Ma anche la cucina è diventata globalizzata e non è per niente male. Si può scegliere tra ristoranti cinesi, indiani o addirittura il teppanyaki giapponese. Quello che manca è la verdura e la frutta, ma patate e carote ci sono sempre e, per favorire il turismo, nella cucina mongola ha fatto il suo ingresso alla grande anche il riso.

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Dati del viaggio

La terra di GENGIS KHAN

Periodo: 09 - 23 agosto 2007

Destinazione: Mongolia

Passaporto turistico

Rosy e Kenji Yamashita

Professione:
Kenji è architetto

Rosy e Kenji sono una coppia che ama girare il mondo. Rosy fa volontariato interculturale ed è interessata a conoscere le tradizioni dei popoli (ha tre belle collezioni di abiti tradizionali, natività dal mondo, bambole etniche, attraverso le quali a volte, in eventi per adulti e mostre nelle scuole, cerca di togliere qualche pregiudizio e dare qualche informazione); Ken è architetto fino al midollo e legge, vede, si informa su tutto ciò che riguarda l'architettura, anche nei dettagli (un esempio? le splendide chiusure in legno delle porte di Shibam in Yemen).

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