India del Nord - L'Islam e l'arte islamica in India

L'Islam e l'arte islamica in India
Nell'Islam arti e cultura sono subordinate alla religione e l'artista non ha libertà espressiva; l'uomo non è misura di tutte le cose - come per il pensiero classico - nè l'arte può imitare la natura perchè sarebbe un tentativo blasfemo di copiare l'opera creatrice di Dio.
India del Nord

N
ata nella prima metà del VII secolo ed estesa anche oggi a molti fedeli sparsi in un vasto territorio, l'Islam è, oltre che una religione, un'interpretazione della vita e del mondo che ha creato una civiltà spiritualmente unitaria dando vita e identità a espressioni estetiche ed artistiche di Paesi distanti tra loro per posizione geografica ma anche per ragioni etniche, culturali e di tradizioni popolari. Basti pensare che l'area islamica comprendeva gran parte della penisola iberica, la Sicilia, il nord Africa (Egitto, Marocco, Tunisia, ecc.), l'Africa orientale, la penisola arabica, la Turchia, l'attuale Iraq, l'Iran, l'Afghanistan, l'Asia centrale sovietica, il subcontinente indiano e l'Indonesia. La forza unificatrice dell'Islam fu il Corano, il codice religioso, giuridico e sociale che poteva essere predicato solo nella lingua originale ed è per questo che nei vari territori islamici fu data grande importanza agli usi e costumi arabi. Nell'Islam arti e cultura sono subordinate alla religione e l'artista non ha libertà espressiva; l'uomo non è misura di tutte le cose - come per il pensiero classico - nè l'arte può imitare la natura perchè sarebbe un tentativo blasfemo di copiare l'opera creatrice di Dio. Per questo motivo il costruttore si serve di materiali deperibili, come il mattone crudo, il fango pressato e lo stucco e nasconde le strutture sotto parati decorativi, geometrici o vegetali che, ripetuti all'infinito, tolgono organicità all'insieme. Da qui si spiega la fortuna dell'arabesco, stilizzazione di un motivo vegetale e della calligrafia, l'arte per eccellenza perchè strumento della divulgazione della parola di Dio attraverso il Corano.

Agra - Taj Mahal

Fatehpur Sikri - Diwan-i-khas

L'India fu l'ultima tra le conquiste musulmane. Qui lo stile islamico, incontrandosi con le tradizioni locali, subì profonde modifiche e diede vita ad uno stile autoctono particolare con evidenti richiami all'architettura indigena locale.


Agra - Il mausoleo di Akbar

Nuova Delhi - Tomba di Humayun
I sultani moghul edificarono in India splendide residenze in stile persiano, con cortili e padiglioni sparsi armoniosamente tra specchi d'acqua e verdi giardini, così come la forma delle moschee e dei minareti subì modifiche sotto l'influsso dell'architettura locale. La dinastia dei grandi sultani Moghul cominciò con Babur (1483-1530), pronipote di Tamerlano, che dopo cinque inutili tentativi riuscì a conquistare l'India. Sotto il suo regno furono iniziati i lavori di abbellimento di Agra, proseguiti dal figlio Humayun (1530-40 e 1555-56) e dal nipote Akbar (1556-1605), figura molto importante nella storia di Oriente, sotto il cui regno l'impero Moghul si allargò fino a comprendere gran parte dell'India settentrionale. Durante il suo regno fiorirono tutte le arti, comprese quelle decorative ed in particolare l'illustrazione di opere letterarie e l'arte del ritratto-miniatura su carta, mentre a corte furono attive manifatture imperiali e si formò uno stile pittorico tipicamente Moghul.

Ad Akbar succedettero Jahangir (1605-1627) e Shah Jahan (1627-1658), che tra il 1632 e il 1653 fece costruire il celebre Taj Mahal per la sepoltura della sua sposa favorita Mumtaz Mahal. Ogni membro della dinastia Moghul fece erigere un palazzo per la residenza della corte, trasformato in mausoleo dopo la morte del sovrano; il monumento funebre dell'imperatore e quelli di alcune spose erano eretti o al centro di una grande corte o nella sala principale del palazzo.


Agra - Il mausoleo di Akbar: porta meridionale

Agra - Il mausoleo di Akbar: versetti del Corano
Questi palazzi-mausoleo si innalzavano al centro di ampi giardini chiusi da porte monumentali. Per la decorazione l'India utilizzò il marmo e le pietre dure di vari colori, a differenza della scuola ispano-moresca che usava stucco e gesso, in un felice connubio di ricchezza di particolari e imponenza strutturale. I più celebri monumenti islamici dell'India risalgono al XVI secolo. Tra i palazzi-mausoleo dei re Moghul di Agra il mausoleo di Akbar rivela l'influsso del vihara, il tradizionale monastero hindu. Quello di Humayun, più antico, fu costruito a Delhi da un architetto persiano e la sua enorme cupola in marmo bianco segna l'apparire dello stile imperiale dell'architettura Moghul, mentre influenze europee sono visibili nel famoso Taj Mahal di Agra.

Anche l'arte militare musulmana realizzò in India opere grandiose: le mura di Benares, il Forte Rosso di Delhi (1639-48), costruito da Shah Jahan per difendere il complesso del palazzo di marmo, il forte di Gwalior e molti altri ancora. Ciò è dovuto al fatto che i Moghul in India erano una minoranza e dovevano circondarsi da indigeni di razza e religioni diverse, così per difendere le loro città furono costretti a erigere grandi cinte di mura con porte, fossati e torri imponenti.

 
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