Varanasi - Assi Ghat
Atterrati a Varanasi prendiamo subito un bus fuori dall'areoporto per raggiungere la città, con meta l'Assi Ghat, uno dei Ghat più estremi dove si trova l'Hotel Ganges View, un elegante albergo che si affaccia sul Gange e che ci era stato consigliato da Fabio e Giovanna, i coniugi di Bassano del Grappa conosciuti nel Ladakh. Sul bus conosciamo una simpatica coppia di genovesi che decidono di seguirci all'Assi Ghat. Con il bus raggiungiamo un parcheggio di autorisciò e con uno di loro dopo le ovvie contrattazioni raggiungiamo l'Assi Ghat.
Ci sistemiamo all'Hotel Ganges View, con un prezzo decisamente superiore rispetto a quello pagato precedentemente, se non ricordo male 1.600 Rupie a notte (dopo qualche contrattazione). La camera però era deliziosa, arredata con gusto indiano - old english, con una anticamera, ovviamente bagno e aria condizionata, ma quello che la rendeva davvero bella era l'attico/terrazza antistante che si affacciava sul Gange. Abbiamo speso volentieri qualcosa in più anche perchè l'impressione che abbiamo avuto attraversando la città vecchia con l'autorisciò è stata quella di grande sporco e caos. La scelta di alloggiare all'Assi Ghat si è rivelata strategica sia perchè il centro di Varanasi è davvero sporco, sia perchè l'Assi Ghat è uno dei cinque ghat speciali presso cui i pellegrini devono bagnarsi nella sequenza prevista dal percorso rituale chiamato Panchatirthi Yatra; inoltre all'Assi Ghat alla sera vengono effettuate le preghiere.
Sistemati i bagagli e gustato il tramonto sulla terrazza dell'hotel, con l'immagine del grande fiume, abbiamo visto la preghiera delle 19,00 e poi siamo andati a mangiare al Vaatika Cafe che, proprio vicino all'Hotel Ganges View e ai piedi del Gange, offre versioni locali di pizza a prezzi davvero indiani (nella foto si riconosce per il patio con gli alberi). Il Vaatika Cafe è molto frequentato da turisti occidentali direi prevalentemente "freak" e dai backpacker, ed è carino perchè si può mangiare all'aperto proprio in riva al fiume. Inoltre, visto lo sporco della città e poco rassicurati dal livello di inquinamento del fiume, l'idea di mangiare un pezzo di pizza calda bollente, appena cotta in forno a legna, e una coca cola in bottiglia ci faceva sentire abbastanza tranquilli.