Chaumukha Temple (Tempio delle quattro facce) - il Giainismo
Il giainismo rappresenta una delle numerose minoranze religiose dell'India; nacque nel VI secolo a.C. contemporaneamente al buddhismo, in un'epoca di fermenti sociali, come reazione al sistema delle caste e alle censure dell'hinduismo brahmanico. Fu fondato da Mahavira. Molti principi dei giainisti si accordano con quelli dei buddhisti, in primo luogo nessuna conoscenza di un essere supremo, creatore e ordinatore del mondo; la loro devozione si rivolge solo a uomini superiori che con il loro ascetismo risultano vittoriosi (jina) sulle loro passioni o hanno superato il passaggio (tirthamkara) delle passioni e raggiunto l'appagamento. L'avvenimento principale della storia dei Jaina è lo scisma che alla fine del I secolo li divide in due sette, che da quel momento rimarranno sempre reciprocamente ostili: coloro che fedeli alla dottrina di Mahavira, osservano la nudità corporale, vestiti dei soli punti cardinali (digambara), e vivono da asceti e coloro che restano nel mondo vestiti di bianco (svetambara). L'ideale giainista, più di quanto avviene nel buddhismo, si specializza nell'ascetismo ed è attraverso la padronanza della carne - espressa e consacrata attraverso la nudità dei corpi - che l'individuo può disfarsi del karman (materia generata dalle nostre azioni che si lega all'anima); osservando cioè diverse privazioni (il digiuno, la meditazione, il ritiro in luoghi isolati) l'individuo può purificare l'anima. La dottrina dell'ahimsa (la condotta retta, la non violenza) è praticata con cura nel pensiero e nell'azione, nei confronti degli esseri umani e di tutti gli esseri viventi (persino degli insetti), mentre la buona morte è quella che viene in seguito alla volontaria privazione del nutrimento. Molti monaci giainisti girano nudi e usano i palmi delle mani come scodella per le elemosine, mentre meno rigide sono le discipline religiose previste per i laici.