Arrivati a Chichiriviche ci tuffiamo alla ricerca di una posada
Ci sarebbe piaciuto passare una giornata oin più a Canaima, gustandoci l'atmosfera e il relax della laguna. Ma dopo pranzo siamo dovuti ripartire e rientrare a La Casita. Doccia, birra, commenti sul tour e di nuovo si riparte con il bus notturno diretti a Valencia per poi proseguire con un nuovo bus per Chichiriviche.
Il viaggio di notte in bus è stato allucinante; eravamo preparati al freddo dell'aria condizionata che viene "sparata" sui bus venezuelani, ma non così. Malgrado i jeans, calzini da montagna e scarponi da trekking, doppia felpa di cui una con cappuccio, il freddo era tale che non solo non siamo riusciti a chiudere occhio ma abbiamo rischiato veramente di finire surgelati! Così siamo scesi al piano terra del bus e ci siamo fatti cinque ore in piedi di fronte al cesso, l'unica zona di tutto il bus non climatizzata. Abbiamo provato a dire all'autista di alzare la temperatura interna ma non ci ha proprio considerati. Solo successivamente siamo venuti a sapere - così ci è stato detto - che nei loro bus i venezuelani usano l'impianto di refrigerazione delle celle frigorifere dei camion da trasporto alimentare.