Santa Sofia
La basilica di Santa Sofia è il massimo monumento cittadino e simbolo dell'architettura bizantina. Costruita tra il 532 e il 537 per volontà di Giustiniano, l'attuale basilica è la terza chiesa eretta su quest'area con molte altre addizioni nelle epoche successive.
In questo sito Costantino nel 325 decise di erigere la prima basilica consacrata alla Divina Saggezza (Aya Sofya), inaugurata nel 360. Distrutta da un incendio, fu ricostruita nel 415 da Teodosio II e nuovamente bruciata da una rivolta durante il regno di Giustiniano. Sedata la rivolta Giustiniano si impegnò a ricostruire la Basilica come la "più sontuosa dall'epoca della Creazione", raccogliendo bellissimi marmi e materiali preziosi e recuperando colonne e ornamenti dai templi di Diana a Efeso, di Atene, di Delfi, di Delo e di Osiride in Egitto. I lavori furono diretti da due architetti greci Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto e durarono circa sei anni e la nuova chiesa fu inaugurata nel 537.
Le pareti furono realizzate in mattoni e i pilastri in grandi conci di calcare collegati da grappe di ferro. La cupola fu costruita con mattoni cavi fabbricati a Rodi con un'argilla particolarmente leggera crollò in seguito a un terremoto e fu ricostruita da Isidore di Mileto il Giovane che ne diminuì il diametro e aumentò l'altezza addossandole all'esterno massicci contrafforti. Fu nuovamente Giustiniano, ormai alla fine del suo regno a inaugurare la basilica. Le vicissitudini dell'edificio non finirino in quanto, dopo la conquista di Costantinopoli e lo scisma tra la chiesa cattolica e quella ortodossa, la basilica fu depredata dei suoi ornamenti prezosi e passò, fino alla metà del 1200, sotto il dominio del papato. Nuovamente rimaneggiata dopo un ulteriore terremoto, fu trasformata in moschea nel 1453 da Maometto II il Conquistatore quando i turchi si impadronirono di Costantinopoli. La navata centrale si presenta come un vasto ambiente coperto da una cupola centrale di 31 metri di diametro e 55 di altezza, con semicupole laterali.