Thailandia - truffe a Bangkok

Truffe a Bangkok
Avevamo già da un pezzo capito che eravamo vittime di un "piccolo complotto" tra i tre uomini (l'uomo vicino al Gran Palazzo in centro che ci aveva "dirottato", il guidatore del tuk tuk che comunque sarebbe stato quello che ci guadagnava di meno e il terzo uomo al wat che avvertito via cellulare del nostro arrivo era pronto a riceverci con una scusa che rivendeva ai vari turisti), ma ormai eravamo incuriositi e divertiti e siamo andati fino in fondo...
Thailandia

V
ittime di una truffa. Mentre ci apprestavamo a visitare il Gran Palazzo e Wat Phra Kaeo, al nostro primo giorno in Bangkok, ancora ignari delle truffe organizzate a danno dei turisti dalla piccola malavita locale, ci avvicina un thailandese ben vestito dicendoci che in quel momento il Wat Phra Kaeo era chiuso per motivi religiosi e di preghiera, consigliandoci di visitare altri bei wat meno noti della capitale; così lui stesso chiama un tuk tuk che era proprio nelle vicinanze e ci organizza in un batter d'occhio e per la modica cifra di 20 baht questo piccolo tour che comprendeva la visita di due o tre wat nella periferia. Ancora un po' increduli ci siamo tuttavia affidati al consiglio dell'autoctono e siamo saliti sul tuk tuk; l'autista ci ha portato prima in un wat e poi siamo arrivati ad un wat di periferia, di cui non ricordo assolutamente il nome, caratterizzato da Buddha gigante grande quanto la facciata. Siamo entrati nel wat e a un certo punto un thailandese ben vestito, con un cellulare (guarda caso aveva finito poco prima una conversazione) e pieno di gioielli mostrati anche con una certa "pacchianeria" (collana e bracciale d'oro, ricco orologio al polso) che parlava un buon inglese, con una scusa si è messo a parlare con noi, raccontandoci la sua storia, cioè che era in viaggio di nozze, e che si era recato a questo wat perchè di buon auspicio, ecc. ecc.

Ad un certo punto del discorso ci dice, quasi per caso, che eravamo molto fortunati perché proprio in quel giorno a Bangkok c'era un'occasione unica e irripetibile con sconti eccezionali sulla vendita dei gioielli (nel frattempo ci eravamo più volte chiesti dove aveva lasciato la mogliettina) e chiama il tuk tuk per dirgli dove portarci. Avevamo già da un pezzo capito che eravamo vittime di un "piccolo complotto" tra i tre uomini (l'uomo vicino al Gran Palazzo in centro che ci aveva "dirottato", il guidatore del tuk tuk che comunque sarebbe stato quello che ci guadagnava di meno, vittima anch'esso della piccola mafia locale, e il terzo uomo al wat che avvertito via cellulare del nostro arrivo era pronto a riceverci con una scusa che rivendeva ai vari turisti). Insomma avevamo capito ma ormai eravamo incuriositi e divertiti e siamo andati fino in fondo, per cui siamo arrivati al famoso magazzino di gioielli con il nostro fedele autista che ci aspettava fuori. Lì abbiamo osservato i gioielli che ci proponevano ma, ovviamente, non abbiamo comprato niente. Usciti dal negozio, l'autista ci ha chiesto se i preziosi erano di nostro gradimento e noi gli abbiamo fatto credere che li avevamo acquistati; così ci ha riportati indietro al Gran Palazzo, gli abbiamo pagato i 20 baht e finalmente abbiamo visitato il Wat Phra Kaeo. Tutto sommato la "deviazione" valeva la pena, in fondo ci siamo davvero divertiti, dopo tutto anche questo è Bangkok. Se però non amate mandare a monte i vostri programmi, diffidate da qualsiasi indicazione che vi venga data senza nessuna richiesta da parte vostra (soprattutto se siete nelle zone a maggior concentrazione di turisti, dove molti sono i truffatori) e verificate di persona le informazione elargite senza nessuna richiesta preventiva e soprattutto diffidate dagli eleganti professionisti ben vestiti con cellulari, oro e quant'altro.

Anche il giorno dopo qualcuno voleva allettarci con occasioni e sconti assolutamente irripetibili e unici sulla vendita dei gioielli ma ovviamente abbiamo proseguito per la nostra strada.

 
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