ANGKOR - Le rovine di Angkor Thom

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ANGKOR. Il Bayon
ANGKOR. Il Bayon - una delle 54 torri quadrangolari, scolpite in forma di volto umano rappresentanti il Bodhisattva Avalokiteshvara
L'ARTE DEL SUD-EST ASIATICO . I tre periodi dell'arte khmer
ANGKOR. Il Bayon - secondo livello da cui si accede al terzo piano a pianta circolare: i numerosi volti di Avalokiteshvara
ANGKOR. Il Bayon - Il volto enigmatico di Avalokiteshvara
ANGKOR. Il Bayon - I bassorilievi del Bayon
ANGKOR. Il Bayon - Monaci nel Wat
ANGKOR. Il Bayon - Porta est
ANGKOR. Le rovine di Angkor Thom
ANGKOR. Angkor Thom - Corte reale e Phimeanakas

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ANGKOR - Le rovine di Angkor Thom
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Le rovine di Angkor Thom
Angkor Thom era un tempio monastero che ospitava migliaia di monaci e le cui vaste cinte concentriche racchiudevano i palazzi dei re e i centri amministrativi del governo. La città fortificata di Angkor Thom fu costruita per volere di Jayavarman VII (il più grande re di Angkor che regnò dal 1181 al 1219 a partire cioè dal saccheggio di Angkor, allora capitale del regno khmer, compiuto dai Cham), su una superficie di circa 10 ettari. Angkor Thom si sviluppa intorno al Bayon ed è racchiusa da un muro di cinta quadrato (jayagiri) alto 8 metri e lungo 12 km, circondato da un fossato (jayasindhu) largo 100 metri. In corrispondenza dei punti cardinali sulle mure della città si aprono cinque porte di ingresso monumentali (lungo le mura orientali se ne aprono due), alte 20 metri decorate da proboscidi di elefanti e sovrastate dal gigantesco volto di Bodhisattva Avalokiteshvara. Davanti a ciascuna porta si ergono statue gigantesche raffiguranti 54 divinità e 54 demoni, motivo tratto dall'episodio di latte illustrato in uno dei rilievi di Angkor Wat.
All'interno della cinta muraria si trovano i monumenti più importanti della città ovvero il Bayon, il Bauphon, Phimeanakas, la Terrazza degli elefanti, Kleang e le Torri di Prasat.
La civiltà khmer finì nel 1431 con l'invasione dei Thai, che detrminò l'abbandono totale dei luoghi; a causa del clima tropicale la foresta ricoprì rapidamente ogni traccia della civiltà khmer, che rimase ignorata fino al 1860, quando l'esploratore francese Henri Mouhot ne rintracciò le vestigia.

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