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AFGHANISTAN di Giuseppe Bosio

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Viaggio in Afghanistan

MARTEDI 03 AGOSTO 2004
Ultimo giorno di permanenza a Kabul prima di partire per il Badakhshan. Si passa la mattinata girovagando per il mercato cittadino alla ricerca di pubblicazioni che parlino del paese. Saliamo con l'auto su di una collina dalla quale si ha una visione panoramica della città. Incontriamo anche tre fuori strada con militari francesi che salgono sullo stesso punto per ammirare il panorama. Purtroppo la costante coltre di polvere e smog che copre sempre la città ci impedisce di avere una visione nitida. L'agglomerato si estende a perdita d'occhio verso le montagne circostanti. Sono brulle, non un filo d'erba le copre. Le difficili condizioni economiche ed il freddo intenso invernale hanno portato la popolazione a compiere un radicale disboscamento delle colline che circondano la città. A ciò ha contribuito anche la forte siccità. Un progetto della cooperazione italiana sta cercando di effettuare il rimboschimento di alcune di queste colline. Fabrizio, che segue il lavoro, manifesta molte perplessità sulla riuscita di un tale progetto in particolar modo nel momento in cui tutto sarà lasciato nelle mani dei locali. Ci perdiamo fino alle 13.00 per le strade del mercato e quindi rientriamo all'hotel per il pranzo assieme al nostro autista. Saldiamo il conto con lui e lo congediamo fissando l'appuntamento per il nostro rientro. Salgo in camera dopo aver saldato il conto dell'albergo ed inizio a preparare i bagagli per la partenza di domani mattina all'alba. Questa sera come programmato avremo ospiti per cena Batori e Fabrizio. Spero che lassù, tra le montagne del Pamir, la vita sia più tranquilla che in città. Il traffico caotico ti stordisce. Lo smog generato dagli scarichi delle auto ti entra nelle narici infiammando le vie respiratorie. La polvere completa il tutto entrando in ogni dove. Qua e la si scorgono ancora i segni della guerra ma l'impressione è che la città si stia avviando verso la normalizzazione. Quello che si nota è una immagine completamente diversa da quanto la nostra stampa e televisione presentano. Quanto sia diversa lo si sente parlando con gli operatori che lavorano in queste zone.

La scorsa sera, a cena, parlando con Alberto Cairo vengo a sapere che la situazione degli approvvigionamenti dei prodotti sanitari è completamente diversa da quanto immaginavo. Non c'è assolutamente mancanza di medicinali in queste zone. Capita talvolta che arrivino addirittura delle eccedenze e non si sappia come distribuirle. Secondo il suo parere non esiste coordinamento per i materiali che vengono inviati. Un'altra critica che si sente fare riguarda il fatto che i militari provvedano talvolta ad interventi umanitari provocando confusione tra la popolazione la quale non distingue più le associazioni umanitarie dai militari. Entrambi vengono identificati come un'unica entità e ciò provoca talvolta delle situazioni pericolose per gli operatori. Mi spiega inoltre la situazione che ha provocato il ritiro dei Medici Senza Frontiere dal paese. Avevo letto di questo nei quotidiani italiani e non nego che mi aveva causato una certa apprensione anche in previsione del nostro viaggio. Ho pensato, da come veniva presentata la faccenda, ad uno stato di belligeranza ancora in atto. La realtà a quanto mi racconta Cairo è completamente diversa. Sembra certo che siano state vittime di una faida interna alla locale polizia della zona dove operano e non di un attacco contro le associazioni umanitarie e gli occidentali. Il vecchio capo della polizia locale, destituito per incapacità, ha ordinato l'esecuzione dei membri di MSF per dimostrare l'incapacità del suo successore a mantenere l'ordine. La cosa è stata subito scoperta ma il regime di omertà e collusione che vige in quelle zone ha finora impedito che fossero presi dei provvedimenti nei confronti dello stesso. A seguito dell'indecisione delle autorità nell'applicare la giustizia l'associazione MSF ha deciso di ritirare tutto il suo personale dal paese finche non sarà perseguito il colpevole di cui è ben nota l'identità. Non si tratta quindi di un attacco contro occidentali o associazioni di volontariato ma di un comune atto di criminalità.

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Dati del viaggio

Viaggio in Afghanistan

Periodo: Dal 30 luglio 2004 all'11 settembre 2004

Destinazione: Afghanistan

Partecipanti: Giuseppe Bosio, Daniela Roso e Gianni Pedrini

Passaporto turistico

Giuseppe Bosio

Vive a Bassano del Grappa dividendo il suo tempo fra innumerevoli attività sportive e culturali. Lasciato alle spalle il ruolo di dirigente industriale, con la stessa perizia dedicata al lavoro, ha iniziato ad organizzare questo viaggio a coronamento di un'idea che perseguiva da tempo. Viaggiatore da sempre, è stato anche accompagnatore di gruppi un pò in tutto il mondo: di lui si dice che è più facile trovarlo in un aereoporto o in cima ad una montagna piuttosto che a casa.
Socio CAI presso la sezione di Bassano del Grappa, appassionato di montagna ha effettuato numerosi trekking in Himalaya e in Sud America nelle Ande, ha scalato i vulcani Popocatepetl, ed Ixtaciuatl in Messico. Con gli sci ai piedi ha raggiunto moltissime cime delle Alpi (dalle Dolomiti alle Alpi Occidentali), il monte Ararat e le principali cime dell' Atlante in Marocco.
Ha effettuato parecchi viaggi nelle Americhe: Stati Uniti, Messico, Guatemala, Bolivia, Perù... In Africa ha visitato: Ruanda, Kenia, Tanzania, Namibia, Mali, tutti i paesi del Nord Africa ed ha attraversato il deserto del Sahara. In Asia ha attraversato India, Indonesia, Tibet, Cina, Pakistan, Nuova Guinea, Borneo.
Amante della vela, ha navigato per parecchi mesi lungo le coste della ex Iugoslavia. Appassionato di fotografia dispone di un ricco archivio di immagini raccolte durante i viaggi. Ricerca nei suoi viaggi il contatto con la gente ed è affascinato dalle culture degli altri popoli in particolar modo del mondo orientale.

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